Attualità

Mense scolastiche: un servizio, spesso carente, per ridurre le disuguaglianze

L’Osservatorio sui Conti Pubblici Italiani e Save the Children hanno diffuso in questi giorni un Policy Paper sullo stato dell’arte del servizio di ristorazione scolastico.

I dati che emergono sono preoccupanti: in Italia poco più di un bambino su due ha accesso alla mensa scolastica, cioè il 55,2% degli alunni della scuola primaria. Inoltre, ci sono rilevanti differenze territoriali, infatti, si passa dai valori compresi tra il 6% e l’8% nelle province di Palermo, Ragusa e Siracusa, al 96% di Firenze. A questi dati si collega quello relativo al tempo pieno: ad usufruirne sono solo 2 su 5 tra coloro che frequentano la scuola primaria, quindi a beneficiarne è circa il 40%, con le percentuali più basse in Molise con il 9,4%, in Sicilia con l’11,1% e in Puglia con il 18,4% e le più alte, invece, nel Lazio con il 58,4%, in Toscana il 55,5% e in Lombardia il 55,1%. 

La mensa scolastica: un luogo di prevenzione

Secondo il Piano di azione nazionale per l’attuazione della Garanzia europea per l’Infanzia, in Italia nel 2022 il 13,4% dei minori, pari a circa 1,27 milioni, di cui il 15,9% nel Mezzogiorno, viveva in condizioni di povertà assoluta e quelli che si trovano in condizioni di povertà estrema, secondo la Banca Mondiale e l’Unicef sono l’1,7%. Colpisce però che il 27% dei minori nel nostro Paese è in sovrappeso o obeso (con valori che superano il 20% in molte regioni del Sud), ma un bambino su 20 vive in povertà alimentare, cioè senza un pasto proteico al giorno.

Nel dossier viene affermato con chiarezza che è prioritario riconoscere la mensa come un servizio essenziale anche per contrastare la povertà assoluta e l’abbandono scolastico, che riguardano rispettivamente il 13,4% e l’11,5% dei minori del nostro Paese.

E se la mensa fosse gratuita?

Il dossier fa una stima dei costi del servizio mensa se fosse gratuita, partendo dalla scuola primaria, considerando l’attuale frequenza del servizio nei diversi Comuni e dai costi rilevati dall’ultimo report di Cittadinanzattiva. Se il servizio fosse offerto gratuitamente al 10% degli alunni delle scuole primarie questo comporterebbe una spesa di bilancio a livello nazionale di circa 243 milioni di euro l’anno, di 486 milioni circa per il 20%, 730 milioni circa per il 30%, poco più 1,2 miliardi per la metà dei bambini, mentre fornire la mensa gratuita a tutti gli alunni delle primarie avrebbe un costo di circa 2,4 miliardi.

Le richieste di Save the Children

La mensa dovrebbe garantire un pasto sano al giorno, quale servizio pubblico essenziale per il quale stabilire uno specifico LEP (livello essenziale delle prestazioni), in accordo con quanto previsto dal Piano di azione nazionale per l’attuazione della Garanzia Infanzia. Inoltre, sarebbe necessario istituire un “Fondo di contrasto alla povertà alimentare a scuola”, con una dotazione di 2 milioni di euro per il 2024, 2,5 milioni per il 2025 e 3 milioni a partire dal 2026, da destinare ai Comuni che utilizzano una quota di bilancio per consentire l’accesso alla mensa agli studenti della scuola primaria appartenenti a famiglie che, a causa di condizioni oggettive di impoverimento, non riescono a provvedere al pagamento delle rette. Sarebbe indispensabile anche garantire in ogni caso l’accesso gratuito all’1,7% della popolazione scolastica delle scuole primarie, nel 2025 accesso gratuito per il 4% della popolazione scolastica delle scuole primarie, e nel 2026 per accesso gratuito per l’8% della popolazione scolastica delle scuole primarie e progressivamente ogni anno fino a raggiungere la cifra di 1,48 miliardi nel 2030, che garantirebbe la ristorazione scolastica gratuita al 50% degli alunni nelle primarie. Non da ultimo si chiede di garantire soglie adeguate di esenzione da applicare a tutte le famiglie, residenti e non, secondo il principio di contribuzione progressiva sulla base dell’ISEE.

Ridurre le disuguaglianze

Nel dossier si pone quindi al centro il ruolo servizio mensa nelle scuole, che diventa essenziale per garantire uguali opportunità di apprendimento e salute. Oltre a ridurre le disuguaglianze, il servizio mensa è l’occasione perassicurare ai minori il consumo di almeno un pasto sano ed equilibrato al giorno. investimenti previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) prevedono la costruzione o ristrutturazione di 1.000 strutture per il servizio mensa, ma tale investimento non è sufficiente a garantire che i bambini e le bambine, soprattutto in condizioni di vulnerabilità, usufruiscano del servizio.

Per saperne di più https://www.savethechildren.it/blog-notizie/pnrr-e-mense-scolastiche-un-servizio-ridurre-le-disuguaglianze

Carmelina Maurizio

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