Home Attualità Mense sporche, Bussetti: chi ha sbagliato pagherà

Mense sporche, Bussetti: chi ha sbagliato pagherà

CONDIVIDI

Aumentare i controlli nelle mense, in sinergia con i Comuni che ne sono responsabili. Lo dice, al Messaggero, il ministro dell’Istruzione Marco Bussetti commentando la situazione drammatica riscontrata in questi ultimi mesi dai carabinieri del Nas dall’inizio dell’anno scolastico, a seguito dei controlli effettuati negli istituti.

“Non ci sono giustificazioni”

“I nostri ragazzi – ha dichiarato il ministro – devono poter frequentare scuole sicure e mangiare sano nelle mense che frequentano tutti i giorni. Non ci sono giustificazioni per quanto riscontrato dai Nas. Seguiremo insieme alla Ministra Grillo, con attenzione, l’evolversi dei controlli”.

Bussetti ha quindi parlato di situazione “intollerabile” quella che porta a “mettere a repentaglio la salute e il benessere dei nostri bimbi. Chi ha sbagliato non deve rimanere impunito. E occorre lavorare con i Comuni, che sono i gestori del servizio, per un generale miglioramento delle mense”.

No al pranzo o al panino da casa

A proposito della possibilità di portare il pranzo o il panino da casa, in alternativa alla mensa, il ministro dell’Istruzione non si dice d’accordo: “I contenziosi per portare il panino da casa nascono anche da una disaffezione delle famiglie al servizio di ristorazione scolastica, a volte considerato troppo caro in rapporto alla qualità dei pasti”.

In ogni caso, sottolinea il titolare del Miur, non si può generalizzare, ma si deve vigilare e garantire la qualità del servizio.

Sulla droga a scuola: più prevenzione, ma niente test antidroga

Bussetti ha anche affrontato, sempre nel corso dell’intervista al quotidiano romano, dell’espandersi del fenomeno delle droghe a scuola: “serve una prevenzione più efficace per contrastare l’abuso di droghe e alcol tra gli studenti senza dover intervenire con i test antidroga”, i quali, tuttavia, “devono rigorosamente restare fuori dal profilo educativo del mondo della scuola”.

Quindi, il messaggio del ministro dell’Istruzione appare chiaro: sì al contrasto, attraverso un’azione preventiva, ma senza ledere i diritti e la sensibilità degli studenti.