Mentre la protesta dilaga, Aprea agli studenti: diritto allo studio è esaltato

“Abbiamo deciso di occupare il nostro istituto perché intendiamo protestare con tutte le nostre forze contro le misure di austerity a cui questo governo impostoci dall’alto ci sta costringendo. Intendiamo protestare a voce alta contro la Legge di Stabilità e contro il DDL ex Aprea che minano la stabilità e l’esistenza stessa della scuola pubblica. Non abbiamo intenzione di piegarci al governo in alcuna maniera e ai privati in nessuna forma”. Così parla uno studente di un liceo romano a cui si unisce una sua collega: “Con l’approvazione del ddl ex Aprea il governo si appresta a dare il colpo mortale alla scuola pubblica, portando avanti il processo di privatizzazione in atto da decenni. La verità è che nel nostro Paese è difficile parlare di scuola pubblica quando i suoi principali finanziatori sono ormai le famiglie degli studenti, costrette ogni anno a pagare delle vere e proprie rette, i contributi studenteschi volontari. Questa è la prima privatizzazione. E’ sempre più chiaro come in Italia un ragazzo, a 14 anni, è costretto a scegliere la scuola da frequentare non in base alle sue attitudini, ma in base al reddito della sua famiglia. A 14 anni il nostro futuro è già segnato, le porte della selezione di classe ci vengono già sbattute in faccia”. E un altro studente: “Come al solito il governo è veloce ed impassibile nel tagliare fondi all’istruzione pubblica, proprio quando il suo primo intervento nel settore è stato quello di regalare altri 200 milioni di euro alle private”.
E di fronte alle accuse che la riguardano, l’on Valentina Aprea rivolgendosi agli studenti dice: “Invito gli studenti a leggere attentamente la nuova legge, che è molto diversa dall’Atto Camera 953. Ora si tratta di una legge di iniziativa parlamentare che ha mantenuto una nuova idea di governance che si basi sul riordino, sull’autonomia, sulla flessibilità, nonché sull’assunzione di responsabilità da parte delle scuole per far sì che tutto quanto appartenga agli ordinamenti scolastici rientri in quella che è la carta di identità delle scuole. Gli studenti parlano di ‘diritto allo studio, cosa che non viene assolutamente messa in dubbio, anzi viene esaltato”.

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