Negli ultimi giorni il ministro Lorenzo Fioramonti, che ha richiesto a gran voce maggiori finanziamenti per l’istruzione e che ha meritoriamente avanzato proposte concrete su dove reperire almeno parte delle somme necessarie (pur sempre modeste rispetto a quanto investe come percentuale del Pil la media degli altri Paesi europei) è stato oggetto di censure, pesanti ironie e attacchi.
A parte che hanno determinato più o meno velate critiche in certi ambienti anche alcune dichiarazioni del neoministro sul lavoro degli insegnanti e sulla necessità di dare finalmente serenità al mondo della scuola dopo decenni di “turbolenze” (evidentemente per taluni i docenti devono continuare a subire silenziosamente riforme calate dall’alto senza alcun vero confronto, luoghi comuni spesso diffamanti, lesione dei propri diritti talvolta spacciata addirittura per “innovazione” di un ruolo che invece ha perso valenza sociale e persino rispetto), stigmatizzando in particolare il concetto di competitività che si è tentato di innescare con vari provvedimenti che io ritengo effettivamente improvvidi, le proposte del ministro dell’istruzione che hanno sollevato aspri giudizi, se non aperte polemiche, sono quelle appunto di come reperire parte dei finanziamenti: tassare “merendine” e “bibite gassate”.
Figuriamoci l’ondata di proteste e a volte di palesi delegittimazioni da parte delle multinazionali e di chi evidentemente se ne fa “megafono”: della serie, “ecco che succede ad affidare incarichi di rilievo, magari ministeriali, a personaggi inadeguati”.
Invece, ministro Fioramonti a me, che mi occupo come giornalista di scuola (ed università) da oltre un quarto di secolo, lei pare il ministro dell’istruzione più adeguato degli ultimi decenni! E’ ovvio che vogliono “lavorarla ai fianchi” per metterla alle corde e farla stancare e magari spingerla a dimettersi (speriamo non sia partecipe di tale strategia qualche collega di “avventura” governativa!).
Ma lei questo lo immaginava sin dall’inizio e quindi non “molli”, vada avanti e mantenendo quanto detto sin qui avrà il consenso della stragrande maggioranza di chi nella scuola opera (in condizioni assai faticose e stressanti) ogni giorno.
Mi ha fatto piacere leggere queste sue dichiarazioni, rilasciate durante una intervista: “Quando in questo paese sfiori interessi economici importanti è evidente che si scateni una reazione. Io non sono condizionato né condizionabile da altri interessi che non siano il bene pubblico”.
Bene, non si arrenda agli attacchi che le verranno portati, sappia che ha il sostegno di chi fa scuola (non di chi sulla scuola “pontifica” dall’esterno: Confindustria, fondazioni e associazioni varie, spesso anche il mondo accademico di cui alcuni esponenti hanno “ricette illuminanti” per la scuola, ma non ne trovano mai per il loro ambiente di lavoro dove magari dovrebbero impegnarsi per “moralizzare qualcosina”, come le recenti vicende di concorsi universitari “truccati” ci hanno disvelato).
Peraltro, Lorenzo Fioramonti ha pure chiarito di essersi “permesso di proporre un modo per recepire fondi, ma l’onere non spetta a me ma al Mef: rispetto i percorsi del governo”.
E io le dico che è assai meritevole avanzare proposte concrete: finanziamenti per l’istruzione, a parole, le avevano chieste tutti i suoi predecessori a Viale Trastevere – o quasi tutti! – ma suggerire dove reperirli è un bel passo avanti, anche per non dare il solito alibi di dire che è facile parlare ma non ci sono le risorse (che lei invece ha in parte individuato e che magari potrebbero essere utilizzate non solo per la scuola ma anche, dico anche e non “stornarle” altrove!, in altri settori, per finanziare altre iniziative che migliorino le condizioni dei cittadini: salute, pensioni, servizi).
Ho apprezzato tanto anche il suo “coraggio” di parlare in modo non criptico, visto che come riportato anche in un articolo pubblicato su questo sito lei ha fatto un riferimento preciso per quanto evidentemente soltanto esemplificativo: “Vorrei ricordare a tutti gli improvvisati lobbisti della Coca Cola company che bibite zuccherine e gasate contribuiscono in maniera decisiva alla diffusione di tante malattie endocrino-metaboliche”.
Sì, perché si fanno tante campagne per incentivare (magari anche insegnare) l’importanza di seguire una sana ed equilibrata alimentazione per contrastare il sovrappeso e l’obesità infantile, anche attraverso stili alimentari adeguati, e poi da più parti si osteggia un intervento che minimamente penalizza un modo di alimentarsi ormai riconosciuto come non proprio eccellente!
Certo, le multinazionali sono colossi contro cui urtare può essere pericoloso e portare ad essere emarginati viste le loro capacità “persuasive” (a proposito della ditta che produce la bibita con le famose bollicine ricordo soltanto che nel 1996 i Giochi olimpici furono accreditati alla città di Atlanta, sede della Coca Cola, e non era mai capitato che allo stesso Paese le Olimpiadi fossero riassegnate dopo appena dodici anni: infatti nel 1984 si erano svolte a Los Angeles, sempre negli Stati Uniti. E si sapeva da tempo che l’edizione del 1996 sarebbe dovuta essere assegnata ad Atene per l’anniversario dei 100 anni delle Olimpiadi moderne, la cui prima edizione si svolse nel 1896 in Grecia: ma poi nel 1996 andò diversamente. Peraltro la Coca Cola è stata sponsor dei Giochi olimpici sin dal 1928: e volete che un simile “amico affezionato dello sport” non vada premiato?!).
Ma se è da considerare normale la reazione delle multinazionali (e dei loro “portavoce” più o meno istituzionalizzati) la cosa che colpisce è che gli attacchi e le goffe ironie sono arrivate anche da dove non te le aspetteresti.
L’altra sera in un programma dell’emittente “La7” condotto da Bianchi Diego da Roma (che si fa chiamare “Zoro”: la mancanza della seconda “r” non è una dimenticanza di battuta nella tastiera, è proprio “Zoro”…), peraltro un tipo simpatico e talvolta anche sottilmente pungente, coadiuvato da un vignettista che ha uno spiccato accento romanesco e che in una trasmissione che mi capitò di vedere anni fa mi sembra di ricordare che non abbia mostrato particolare simpatia nei confronti degli insegnanti (forse, è solo un’ipotesi, l’avranno bocciato quando andava a scuola?), c’era anche il direttore del Tg La7, Enrico Mentana, che al momento in cui in trasmissione si ironizzava sulla possibilità di tassare (peraltro in modo modesto) “merendine” e “bibite gassate” avanzata da Fioramonti e sul concetto di “decrescita felice” liquidava con un termine non proprio “oxfordiano” quelle proposte.
Beh, la definizione usata da Mentana fa un certo effetto, a parte… l’opportunità di usare un tale linguaggio in diretta tv, magari giustificandosi con il “clima goliardico” della trasmissione che sicuramente farà “audience” e di proferirla senza la presenza del destinatario e senza alcun altro contraddittorio.
Non ritenendo Enrico Mentana (lo dico sinceramente) un “sostenitore” degli interessi delle multinazionali (dei meriti vanno riconosciuti anche a lui!) ho pensato che forse è ghiotto di merendine e consuma molte bibite che fanno quelle belle bollicine!
Diversi Paesi hanno già messo in pratica l’idea di tassare bibite gassate e merendine, sulla base dello zucchero contenuto. In particolare, come leggiamo nel sito di “Business Insider Italia”, per quanto riguarda le bibite è già stata adottata in Francia, Norvegia, Irlanda, Ungheria, Inghilterra, limitando l’elenco a Paesi europei. In Inghilterra, dove è stata introdotta nel 2016, ha fatto realizzare 385 milioni di sterline in un anno.
“Business Insider” evidenzia che l’Oms (Organizzazione mondiale della sanità) ha pubblicato un documento che esprime posizioni molto nette: le linee guida raccomandano, per prevenire obesità e problemi ai denti, una riduzione degli zuccheri pari al 10 per cento dell’energia introdotta quotidianamente. E proprio le bevande dolci, secondo l’Oms, sono una delle maggiori sorgenti di zucchero. Una spremuta, la frutta e le mandorle, o i biscotti fatti in casa sono indubbiamente una scelta più economica e più sana, evidenzia il sito citato.
Ma evidentemente in certi ambienti “radical chic” che riflettono un certo “sinistrismo di maniera”, quelli che a volte hanno trovato opportuno dire “ce lo chiede l’Europa” per riforme e provvedimenti di autentica austerity (tra cui quella dell’età pensionabile che con la riforma Monti/Fornero non ha eguali in Europa, ed è ovvio che prima della fine della sperimentazione di “quota 100” occorrerà comunque pensare a soluzioni alternative) che hanno determinato pesanti sacrifici nelle classi medie e in quelle più disagiate, stavolta che Paesi europei considerati avanzati abbiano già preso provvedimenti non ha rilievo e preferiscono schierarsi sulle posizioni di Salvini (da loro stessi considerato inaffidabile per tutto il resto).
Contenti loro! Lei vada avanti, ministro Fioramonti, e buon lavoro, soprattutto per quella serenità e stabilità di cui la scuola ha bisogno e per ridare “speranze” a tanti docenti stanchi, disillusi, qualcuno quasi rassegnato, ma comunque “arrabbiati” per quello che hanno subito in questi decenni.
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