Sulla questione del merito, è intervenuta anche Ivana Barbacci, segretaria generale della Cisl Scuola:
“Per la scuola questi sono i giorni del merito, non si parla praticamente d’altro dopo che il nuovo governo ha annunciato di voler modificare il nome del nostro ministero, chiamandolo “Ministero dell’Istruzione e del Merito” appunto”.
“In un primo commento a caldo è richiamato l’art. 34 della nostra Costituzione che sottolinea il diritto dei meritevoli privi di mezzi di raggiungere i gradi più alti degli studi. Un merito che rimanda un precedente articolo della Costituzione, l’art. 3 in cui si impegna la Repubblica a rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che limitano di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini. Un merito legato strettamente al dovere di promuovere l’effettiva eguaglianza delle persone, non semplicemente affermandola come principio, ma adoperandosi in modo fattivo perché quel principio trovi attuazione. Vorrei fosse questo il significato del restyling che ci viene proposto”.
“Troppe volte la parola merito è stata sventolata come una bandierina ideologica per nobilitare modelli incentrati più sulla competitività che sulla cooperazione, sulla selettività più che sulla valorizzazione, modelli orientati più a dividere che a unire. Se è questo il messaggio che si vuole lanciare, la preoccupazione è legittima. Se invece si vuole sottolineare un altro principio, quello per cui lo studio, oltre un diritto è anche un dovere, vale la pena ricordare che una delle scuole più accoglienti e meno divisive di sempre, la scuola di Barbiana, era anche quella che richiedeva ai suoi alunni il massimo di impegno e fatica nello studio. La scuola che vogliamo, una scuola che unisce, non è certo meno impegnativa e meno esigente di una scuola “meritocratica” ed è senz’altro più giusta”.
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