Secondo la Commissione europea, la scuola può fare molto di più per tracciare i percorsi lavorativi dei giovani dopo la fine degli studi.
Si questo punto, il 30 maggio l’esecutivo Ue, nell’adottare nuove iniziative sulla scuola e l’educazione superiore, ha indicato tre aree per le quali è necessaria un’azione di supporto agli Stati membri: accrescere la qualità e l’inclusività delle scuole, sostenere l’eccellenza tra docenti e dirigenti scolastici, migliorare la governance dei sistemi educativi.
Sempre secondo la commissione Ue, gli obiettivi dichiarati si potranno conseguire potenziando i programmi di scambio, le partnership tra le scuole e fornendo assistenza agli Stati che lo desiderano nel definire e implementare le riforme necessarie nel settore.
Ora, poiché sull’inclusività delle scuola italiana, malgrado i tanti problemi da superare, si è espressa di recente l’Ocse, promuovendola pieni voti, rimane indiscutibilmente ancora molto da fare sul fronte della governance dei sistemi educativi e, soprattutto, sulla necessità di investire nell’eccellenza tra docenti e dirigenti scolastici.
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La Buona Scuola (con il bonus merito annuale), ma ancora prima la riforma Brunetta, il decreto 150 del 2009, hanno introdotto delle norme che prevedono incentivi solo a chi dimostra a fine anno di aver operato su livelli qualitativi e performance elevate.
Su questo punto, però, c’è uno zoccolo duro da superare. A livello sindacale, ma anche e soprattutto culturale. Perché la scuola e l’istruzione pubblica non sono aziende. E le forti differenze di utenza, gli alunni, rischiano di compromettere gli esiti della valutazione.
Anche perché, nel frattempo c’è da colmare l’adeguamento dello stipendio (fermo da otto anni) per tutto il personale. E solo in seconda battuta si potrà parlare di incremento riservato ai più meritevoli.
La partita rimane quindi più che aperta. Molto dipenderà anche dall’esito della trattativa in corso sulla riforma della Pubblica Amministrazione targata Marianna Madia. Che farà da preludio al rinnovo contrattuale di categoria e ai sospirati aumenti di stipendio per docenti e personale Ata.
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