L’impegno a scuola delle femmine si conferma maggiore di quello dei “colleghi” maschi. Secondo il rapporto dell’Istat ‘La scuola e le attività educative – 2011’, pubblicato il 3 ottobre, l’atteggiamento nei confronti dello studio conferma che le studentesse sono più meritevoli dei loro compagni di scuola, indipendentemente dal tipo di scuola. Tanto è vero che il 38,3% si impegna molto nello studio conseguendo ottimi risultati, mentre tra i maschi tale quota scende al 24,9%.
Tra i maschi è più diffuso l‟impegno mirato a ottenere la sufficienza (il 21,3% rispetto al 14,1% delle femmine) e uno studio selettivo delle sole materie che piacciono (il 13,1% rispetto al 9,4%).
Un altro dato interessante, sottolineato dall’Istat, è che l’impegno nei confronti dello studio diminuisce al crescere dell’età e quindi all’ordine della scuola che si frequenta. In tutti gli ordini, sono circa l‟11% coloro che studiano solo le materie che “gli piacciono”. Ed è tra i ragazzi della scuola secondaria di secondo grado si manifesta la maggiore insofferenza nei confronti dello studio: tanto che il 27,6% dichiara di impegnarsi solo per avere la sufficienza.
L’insofferenza verso la scuola e i libri si traduce, poi, in un alto numero di respinti. Ma non solo. Frequenta, ad esempio, dei corsi di recupero il 14,7% dei bambini e ragazzi fino a 17 anni iscritti a scuola. Il 9,2% frequenta corsi organizzati dalla scuola e il 5,5% si rivolge ad insegnanti privati. Più alta tra i maschi la necessità di seguire corsi di recupero e tra gli studenti del Centro-Nord, in particolare nel Nord-est (17,4%), piuttosto che al Sud (11,7%).
All’esame di terza media il 35,4% dei ragazzi di 13-17 anni ha conseguito il giudizio “sufficiente”, il 27,5% “buono”, il 19,7% “distinto” e solo il 17,3% “ottimo”. Anche in questo caso sono le ragazze a raggiungere i risultati più alti, soprattutto se il ceto sociale della famiglia di appartenenza è alto.