Sulla ‘riforma del merito’ il ministro Profumo è disposto solo a fare qualche aggiustamento. Ma non certo a tornare indietro sui suoi passi. Il responsabile del Miur lo ha spiegato rispondendo ad un’intervista pubblicata da “A”, il settimanale diretto da Maria Latella, in edicola da mercoledì 20 giugno. La prima bozza del testo (che ha creato tante polemiche) sta per essere ridefinita. Poi, appena vi sarò l’occasione, sarà portata in Consiglio dei ministri. Sicuramente prima della pausa estiva, assicura lo stesso Ministro. “I criteri su cui si basa – ha spiegato Profumo – sono tre: la valutazione rigorosa, la selezione trasparente e meritocrazia. Ci stiamo lavorando e nelle prossime settimane chiuderemo la pratica“. Il messaggio è chiaro: sul merito nessuna retromarcia.
Nel corso dell’intervista, Profumo è tornato a ribadire che “chi studia in Italia, all`estero va forte: le nostre non sono scuole o università di élite, ma sono un giusto mix che prepara molto bene. I nostri studenti e ricercatori sono considerati tra i migliori all`estero: il 40% dei vincitori di un recente concorso in Francia, all`istituto superiore di ricerca, erano italiani“, ha sottolineato il Ministro, commentando con la rivista anche il film “Detachment” dedicato alla difficile condizione della scuola americana.
Nel corso dell’intervista, Profumo è tornato a ribadire che “chi studia in Italia, all`estero va forte: le nostre non sono scuole o università di élite, ma sono un giusto mix che prepara molto bene. I nostri studenti e ricercatori sono considerati tra i migliori all`estero: il 40% dei vincitori di un recente concorso in Francia, all`istituto superiore di ricerca, erano italiani“, ha sottolineato il Ministro, commentando con la rivista anche il film “Detachment” dedicato alla difficile condizione della scuola americana.
“Un Paese che lascia morire la sua scuola – ha sottolineato Profumo – è condannato a morire, perché il futuro è nell`educazione. Il vero investimento deve essere nell`istruzione, solo così si creano le basi di un paese migliore“, avverte il responsabile del dicastero di viale Trastevere. E sugli insegnanti italiani dice: “Li divido in due gruppi, quelli che hanno un atteggiamento positivo, per cui il loro è il più bel mestiere del mondo, e gli altri, che si lamentano per i pochi investimenti e perché si sentono sottovalutati e poco stimolati“. In quale dei due gruppi si trovano i nostri lettori che esercitano la professione dietro la cattedra?