Al termine del 29° Congresso nazionale della Stampa italiana sono stati eletti il nuovo Consiglio nazionale della Fnsi e il nuovo presidente, che è Vittorio Di Trapani. Giornalista di “RaiNews24”, già segretario dell’Usigrai e segretario generale aggiunto uscente della Federazione nazionale stampa italiana, Di Trapani succede a Giuseppe Giulietti (nella foto di questo articolo, n.d.R.).
Al neopresidente auguri di buon lavoro, così come ad Alessandra Costante, giornalista de “ll Secolo XIX”, che è invece la nuova segretaria generale della Fnsi (il sindacato unitario dei giornalisti italiani). Lo hanno deciso i delegati al XXIX Congresso che si è svolto la scorsa settimana a Riccione.
Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha inviato un messaggio al congresso Fnsi: “creare e garantire le condizioni per una stampa indipendente è compito che interessa le istituzioni, la società civile nelle sue diverse articolazioni, l’industria dei media, la coscienza professionale di ciascun giornalista”. E sottolinea l’importanza di “pluralismo informativo”. Peccato che soprattutto negli ultimi tempi la stampa (non solo nostrana) sembri quasi tutta… “allineata e coperta”!
Il Capo dello Stato ha anche evidenziato: “l’attività professionale dei giornalisti non può essere soggetta a vessazioni, intimidazioni o violazioni della loro libertà. Ne va di quella di tutti”.
Si riferiva anche alla vicenda di Julian Assange? Se fossi stato presente al congresso di Riccione lo avrei chiesto (così, tanto per sapere, perché spesso poi è nei fatti che si misurano la parole!) ai tanti colleghi che non hanno mai appoggiato con reale forza e compattezza – escludendo ovviamente alcuni che si sono fortemente impegnati, così come vanno citate alcune iniziative meritorie dell’Ordine dei giornalisti, della stessa Fnsi e di Associazioni quale ad esempio Articolo21 – la vicenda del giornalista d’inchiesta australiano che da anni marcisce in una prigione britannica di massima sicurezza – in certificate cattive condizioni di salute – rischiando l’estradizione negli Usa (dove può essere condannato a ben 175 anni di carcere!), avendo reso noti avvenimenti e documenti che fanno emergere persino crimini di guerra, che per equità di giudizio neppure il “mondo occidentale” può e deve ignorare.
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