Ci sono aggiornamenti relativi alla maestra Laura Bonafede, vicina al boss Matteo Messina Denaro durante la sua trentennale latitanza mentre, in contemporanea, lavorava in una scuola siciliana. Dopo mesi di indagini si è scoperto che la docente aveva intrattenuto una relazione sentimentale con il mafioso, oggi deceduto.
Come riporta Ansa, sono sei in tutto gli indagati nell’ambito dell’ultima tranche dell’inchiesta sulla latitanza di Messina Denaro avviata dopo la scoperta del condominio, nel centro di Mazara del Vallo (Trapani), frequentato fino all’ottobre del 2022 dal capomafia e dalla sua amante, Lorena Lanceri.
Nel corso di complicati accertamenti fatti dopo la cattura del boss, confrontando gli spostamenti dell’auto da lui e analizzando i suoi tabulati telefonici, polizia e carabinieri sono arrivati al complesso immobiliare. Due delle chiavi sequestrate a Messina Denaro e alla Lanceri aprivano il cancello del condominio, altre due, trovate alla sorella Rosalia Messina Denaro e al geometra Andrea Bonafede, l’uomo che ha prestato l’identità all’ex latitante, aprivano invece due box. In uno dei garage, tra loro collegati, c’era un materasso, nell’altro era stato ricavato un appartamento che, secondo gli investigatori, sarebbe stato un covo di fortuna usato all’occorrenza da Messina Denaro.
Nello stesso condominio un appartamento sarebbe stato frequentato proprio dalla maestra Bonafede, attualmente detenuta, che avrebbe fornito l’indirizzo dell’immobile in alcune pratiche della scuola. I proprietari della casa sono indagati.
La Procura di Palermo, lo scorso giugno, ha chiesto la condanna 15 anni di carcere per Laura Bonafede. La docente è accusata di associazione mafiosa. Secondo Ansa per la Procura di Palermo l’imputata sarebbe stata un pezzo fondamentale del meccanismo che per 30 anni ha protetto la latitanza di Messina Denaro. I due, insieme alla figlia della donna, ai domiciliari per favoreggiamento e procurata inosservanza della pena, avrebbero vissuto insieme e si sarebbero comunque sempre frequentati.
“Eravamo una famiglia”, scriveva il capomafia in un pizzino. Lei si occupava del sostentamento e della sicurezza del boss, gli faceva la spesa durante la pandemia nel timore che si ammalasse e non potesse uscire di casa, condivideva con lui linguaggi cifrati, segretissimi pizzini, affari e informazioni sulla cosca.
Il 13 aprile 2023 la maestra elementare, 56 anni, è stata arrestata. Il pool coordinato dal procuratore Maurizio de Lucia e dall’aggiunto Paolo Guido le ha contestato i reati di procurata inosservanza della pena e favoreggiamento, con l’aggravante di avere favorito l’organizzazione mafiosa.
Stessi reati che il sostituto procuratore Gianluca De Leo contesta alla figlia della donna, arrestata poi lo scorso dicembre. Secondo Ansa il boss, la ragazza e la madre avrebbero condiviso anche periodi di convivenza durante la latitanza.
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