La nuova circolare dell’Us del Lazio, per continuare l’anno scolastico in relativa sicurezza da contagi, delinea una strategia complessiva che sembra abbastanza razionale e pensata pure per contenere le esigenze più immediate.
Infatti l’idea è quella di fare due settimane in classe, e dunque lezioni in presenza, e due settimane in Dad, stabilendo inoltre due diverse fasce orarie di ingresso: alle 8 e alla 10 e dunque di uscita. E ancora, secondo quanto si legge sul Messaggero, lezioni anche il sabato e campagna di sensibilizzazione rivolta agli studenti affinché partecipino allo screening anti-coronavirus.
Sempre in primo piano tuttavia rimane il problema dei trasporti, ma su questo l’Usr
non ha competenza, benché non manchino le raccomandazioni .
Tra le proposte lanciate dall’Usr alle scuole c’è pure quella di diminuire i moduli orari, che non necessariamente devono essere di 60, mentre si suggerisce di sfruttare anche il sabato per ridurre le ore di permanenza giornaliera scuola.
E viene inoltre precisato: “La settimana con ingresso alle 8 sarà svolta un’ora di lezione in più del normale, e una in meno nella settimana con ingresso alle 10”.
Ogni istituto potrà autonomamente, come si legge sul Messaggero che riporta la circolare dell’Usr: “trovare gli accorgimenti organizzativi opportuni, fermo restando l’imprescindibile rispetto delle prescrizioni prefettizie e l’obiettivo di far sì che l’orario di uscita sia tale da non sacrificare lo studio degli studenti né il loro tempo libero”.
Altra raccomandazione è quella relativa ai tamponi: “Si invitano, pertanto, le istituzioni scolastiche a rammentare a tutti, studenti e personale, che con poco impegno personale è possibile prenotare un tampone rapido da effettuare pressi i drive-in diffusi sul territorio regionale”. I ragazzi possono prenotarsi “semplicemente indicando il proprio codice fiscale e la scuola di iscrizione”.
D’altra parte, come abbiamo in altre occasioni sottolineato, nei momenti di emergenza bisogna adattarsi per un fine superiore, quale appunto quello dell’istruzione dei ragazzi, così come è stato nel subito post terremoto con le scuole rase al suolo. In molti comuni fu giocoforza attuare i doppi turni, tra mattino e pomeriggio, sabato compreso, dentro i pochi locali dichiarati sicuri dalla Protezione civile.
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