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Metaverso e nuove tecnologie a scuola, una docente: “Troppo presenti nella vita dei ragazzi, la scuola offra quello che non c’è”

L’edizione 2023 di Fiera Didacta Italia, il più importante appuntamento fieristico sull’innovazione del mondo della scuola, all’interno della ormai consueta Fortezza da Basso di Firenze, si è svolto dall’8 al 10 marzo scorso.

Durante la tre giorni i docenti hanno partecipato ad un alto numero di workshop, tutti organizzati in aule dedicate: si parlerà di metaverso, didattica immersiva, grazie alla realtà aumentata attraverso l’uso di monitor e visori 3D, anche per vivere delle interessanti esperienze didattiche virtuali.

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La Tecnica della Scuola presente a Didacta

La Tecnica della Scuola, attiva nel campo dell’informazione scolastica da oltre 70 anni, dopo il successo di Fiera Didacta Sicilia, è stata presente per la prima volta alla Fiera Didacta Italia allo stand C27 (padiglione Cavaniglia), nella sezione dedicata all’editoria e alla stampa di settore.

L’obiettivo è stato quello di riflettere sulle novità relative alla formazione dei docenti e degli studenti come l’Intelligenza Artificiale, Chat Gpt, il Metaverso, le materie Stem, Scuola 4.0 e la Robotica Educativa: insomma, tutti elementi della scuola del futuro.

Dai contenuti che abbiamo prodotto a Didacta 2023 è nato un intenso dibattito relativo all’uso delle nuove tecnologie a scuola. Moltissimi docenti, cosa d’altronde fisiologica, si sono detti molto scettici a riguardo. Il sentore comune è questo: la scuola non è considerata pronta per accogliere questi nuovi strumenti, in quanto ancora devono essere risolti numerosi problemi strutturali. I detrattori, inoltre, si dicono spaventati del fatto che il modo tradizionale di insegnare venga improvvisamente spazzato via e rimpiazzato. Ecco dei commenti di alcuni nostri lettori che hanno esposto il loro punto di vista.

“Non abbiamo neppure più il gesso”

Antonella: “Sarò arretrata e tradizionale ma quanto è bello usare libri, quaderni e penna, vocabolario e calcolatrice”.

Eri: “Poi nel reale non sono in grado di tagliare lungo i bordi, di scrivere in corsivo, di rispettare le regole della convivenza, di aiutare un amico emotivamente in difficoltà. Ma intanto li piazziamo dietro a un visore. Almeno così non vedono intonaci scrostati, infiltrazioni nel soffitto, arredi scheggiati e crepe nei muri”.

Silvia: “Ma che bello, siccome non investono per migliorare le scuole, rinnovare spazi e strumenti per l’insegnamento di base, per la vita di tutti i giorni, ci presentano la oratori e spazi virtuali? Ma se stiamo pieni di notebook, tablet e lim obsolete, senza soldi per la manutenzione di quello che c’è, in classi pollaio. Non abbiamo neppure più il gesso per le lavagne di ardesia”.

Sibilla: “Da mamma oltre che da insegnante, penso che la scuola debba offrire alternative, e siccome già la tecnologia spadroneggia nelle vite dei nostri bambini e ragazzi, penso che la scuola debba offrire quello che non c’è, ossia il libro di carta, il teatro, le uscite didattiche”.

Claudia: “Mi auguro che nel metaverso gli avatar di liceali sappiano fare le divisioni semplici a mente”.

“L’uno non esclude l’altro”

C’è anche chi, invece, si dice aperto a tutto ciò. Le nuove tecnologie, secondo quest’altra prospettiva, se usate in modo oculato, non sostituiranno repentinamente e pericolosamente nulla: potranno solo essere delle alleate in più. Ecco alcuni dei commenti che abbiamo raccolto che racchiudono questo pensiero.

Benedetta: “È questo il problema, pensare di dover fare prima una cosa e poi l’altra e così il tempo passa e la tecnologia va avanti. Ciò che ci viene chiesto è fare entrambe le cose nel giusto tempo, giusto contesto e con strumenti adeguati”.

Sara: “Sarebbe pure ora che la scuola si svecchi perché è veramente vecchia di 70 anni”.

Benedetta: “Ma visto che il cellulare ce l’hanno, il PC con Internet pure, anche account sui social, chi dovrebbe insegnare loro ad usarli nel modo adeguato? A riconoscerne i pericoli? A proteggere i propri dati? E dare un minimo di preparazione a quello che sarà richiesto nel mondo del lavoro? Se i genitori non possono farlo e neanche la scuola, chi dovrebbe farlo? Li lasciamo da autodidatti e poi ci lamentiamo dei danni che fanno. Io sono per il corsivo e la tastiera, per il mondo reale e virtuale, per il libro e l’intelligenza artificiale. L’uno non esclude l’altro”.

Laura Bombaci

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