TEAL (Technology Enhanced Active Learning ) che in italiano sta per apprendimento attivo abilitato attraverso la tecnologia, è una metodologia didattica che vede unite lezione frontale, simulazioni e attività laboratoriali su computer per una esperienza di apprendimento ricca e basata sulla collaborazione.
La classe TEAL prevede una serie di strumenti tecnologici da utilizzare in spazi con specifiche caratteristiche (ad es. ampiezza, luminosità, ecc.), con arredi modulari e quindi facilmente riconfigurabili a seconda delle necessità: spazi e tecnologie sono interconnessi.
Il protocollo TEAL prevede un’aula con postazione centrale per il docente; attorno alla postazione sono disposti alcuni tavoli rotondi che ospitano gruppi di studenti in numero dispari.
L’aula è dotata di alcuni punti di proiezione sulle pareti ad uso dei gruppi di studenti. Per favorire l’istruzione tra pari, i gruppi sono costituiti da componenti con diversi livelli di competenze e di conoscenze. Il docente introduce l’argomento con domande, esercizi e rappresentazioni grafiche.
Poi ogni gruppo lavora in maniera collaborativa e attiva con l’ausilio di un device per raccogliere informazioni e dati ed effettuare esperimenti o verifiche. Questa metodologia è stata progettata nel 2003 dal MIT di Boston e fu inizialmente pensata per la didattica della fisica per studenti universitari.
Il protocollo TEAL definito dal MIT prevede un’aula con postazione centrale per il docente; attorno alla postazione sono disposti alcuni tavoli rotondi che ospitano gruppi di studenti in numero dispari, che lavorano in modo cooperativo.
Attraverso l’utilizzo di alcune piattaforme digitali il docente cerca di ottimizzare la visualizzazione dei fenomeni con simulazioni dinamiche e interattive che aiutano una riorganizzazione dei saperi e la riflessione.
Questa metodologia applicata alle materie a carattere scientifico permette di superare uno degli ostacoli della didattica per competenze: l’astrattezza di alcuni concetti.
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