Didattica

Metodologie innovative nella didattica, come motivare gli alunni? – Video intervista a Vincenzo Schettini

Al primo appuntamento della Tecnica della Scuola alla fiera Didacta Sicilia, nel corso della prima giornata dedicata alla #didattica, ci ha raggiunti il prof Vincenzo Schettini, influencer da 280mila iscritti al canale YouTube e 670mila followers su Tik Tok, che ci ha parlato di motivazione e di come fare a rendere affascinante una materia ostica, nel suo caso specifico la fisica.

Cosa vuol dire motivare un alunno?

“Per me la motivazione conta moltissimo. Per me e per gli altri docenti è stato necessario trovare un mio stile. Nella scuola sentivo molto “attrito”: tra burocrazia e consigli di classe sentivo che questa scuola mi imbrigliava. Allora ecco cosa ho pensato: anziché lasciarla, anziché lasciare questo mestiere, ho pensato di portarlo sui social volendo conquistare un pubblico di studenti. Io volevo dialogare con loro e offrire loro strumenti per studiare. Questa motivazione mi ha portato ad espandermi e raggiungere un altro tipo di persone che io amo, cioè i miei colleghi. Oltre alla motivazione è molto importante la creatività, la personalizzazione”.

La fisica come va insegnata?

“Quando si aggancia la parte introduttiva della lezione alla realtà, con un esperimento, si cattura l’attenzione del ragazzo. Importante è catturare l’attenzione del ragazzo e trasmettere la disciplina con fantasia, con esempi pratici. Così i ragazzi possono essere portati dove si vuole. Dobbiamo partire dalla realtà”.

Il cellulare in classe sì o no e perché? Ti capita di dire ai ragazzi: basta, mettete via questo cellulare?

“Ho un’idea molto chiara. Siamo alle prese con un grande cambiamento. Il fatto che tutti abbiamo dispositivi non deve essere demonizzato. Il concetto di smartphone-free è pericoloso, crea una sorta di criticità. Riscopriamo il gusto, noi docenti, di dare delle linee guida in classe. Dobbiamo noi mettere delle regole. I cellulari sono degli strumenti, dobbiamo noi stabilire paletti. Non dobbiamo aspettare che il Ministero ci dica come agire”.

Quali responsabilità in più ha un insegnante influencer? I tuoi alunni come si relazionano a un docente molto social?

“Innanzitutto saluto la preside del mio istituto, che anche quando non ero conosciuto mi guardava e mi diceva: ‘sei differente, vola’. Ringrazio lei e i miei colleghi perché hanno creduto in me per primi”.

“Ho un bel rapporto con i miei studenti. Loro a volte mi chiedono selfie, saluti per i genitori. Io insegno al biennio delle superiori. Gli alunni vivono una sorta di balance tra la mia figura in rete e quella in classe”.

“Il mio libro ‘La fisica che ci piace’ è per la gente, per un racconto della fisica attraverso quello che io vivo ogni giorno. Noi siamo circondati di fisica, ogni giorno della vita. Il libro è ricco di emozioni: ricordate che nell’apprendimento non deve mai mancare questo lato emotivo. Sogno che diventi un libro da usare in classe. Siamo stanchi dei libri di testo, sogno che questo libro diventi un testo consigliato, differente, che racconti la vita. I libri di testo non funzionano più; non lo dico io, lo dicono gli studenti. Mi hanno detto di scriverne uno, mi piacerebbe. Ma in questo caso dovrebbe essere una cosa diversa”.

“Responsabilità in più in quanto docente e influencer? I docenti sono influencer; anche quelli del passato lo erano in quanto condizionavano anch’essi le scelte di chi avevano di fronte. Sia che avvenga tra le mura scolastiche che sui social non cambia. I miei colleghi mi fanno i complimenti perché li rappresento, perché do un giusto smalto al mestiere. Non è importante che i docenti facciano didattica in rete, ma è importante che usi i contenuti della rete per divertirsi e crescere anch’essi, per integrare le proprie lezioni”.

Parliamo di reclutamento docenti. Sei di ruolo o precario? E quale percorso ti ha portato in cattedra?

“Sono di ruolo dal 2013, ma insegno dal 2007. Ci sono persone appassionate, che vogliono fare questo mestiere, e che non vengono selezionate. In mezzo ci sono persone che provano i concorsi e entrano a scuola. Non mi piace questa cosa. Ci sono persone che vengono da altri mondi che vengono chiamati dalle graduatorie: a cosa serve ciò? Crea frustrazione, alimenta un sistema scolastico che non dovrebbe essere così”.

“Al di là degli stipendi bassi ricordate che esiste la rete dove lavorare, il futuro sta cambiando. Non c’è solo la scuola, credete in voi stessi. Vorrei una vera riforma per il reclutamento. La scuola deve essere fatta da docenti che vogliono fare il loro mestiere, anche per quanto riguarda il sostegno”.

La Tecnica della Scuola a Fiera Didacta Sicilia

La Tecnica della Scuola sarà presente alla Fiera Didacta Sicilia all’interno dello stand 13, per parlare delle novità del mondo della formazione dei docenti e degli studenti.

Le attività della Tecnica della Scuola a Fiera Didacta Sicilia, in duplice qualità di testata giornalistica e di ente di formazione accreditato dal MI, saranno molteplici. Nel nostro stand avranno luogo momenti formativi e d’approfondimento, con incontri e interviste a esperti di didattica e pedagogia e formatori.

In particolare, ogni giornata della fiera sarà dedicata ad un ambito specifico di forte interesse per docenti ed educatori: il 20 ottobre si aprirà con la didattica, il 21 ottobre si proseguirà con la pedagogia e il 22 ottobre si chiuderà con tematiche relative all’inclusione.

Come seguire tutti gli eventi della Tecnica della Scuola a Didacta Sicilia

Per non perdere nessun appuntamento organizzato dalla Tecnica della Scuola a Fiera Didacta Sicilia è stata creata una pagina apposita che contiene tutte le informazioni relative a ciò che avverrà nel nostro stand all’evento nel corso dei tre giorni.

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Laura Bombaci

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