Il massimo dei voti a scuola, cioè il 10, deve essere “sudato” dagli alunni. Deve, cioè, essere un traguardo da raggiungere, un mezzo che lo spinge a fare sempre di più e meglio.
Tuttavia assegnare un voto alto agli alunni li incita ad una competizione, ad una lotta tra pari e li sprona. Inoltre assegnare il massimo dei voti favorisce l’autostima nell’alunno. Egli si sente galvanizzato e pronto per sempre migliori traguardi.
Ma dietro questa “competizione” alla corsa del 10 c’è anche la famiglia, padri e madri, che pongono nel loro figlio delle aspirazioni che vanno oltre le loro reali potenzialità. Crescere con l’ambizione di essere il “più bravo”, il migliore, quello che vale di più può, col tempo e con la crescita dell’alunno, far maturare delle aspettative troppo grandi.
Sappiamo, però, che la vita pone i ragazzi di fronte ad aspettative che possono diventare realtà o essere delle cocenti delusioni. Insomma si assiste nella scuola ad una vera e propria lotta tra le famiglie sul massimo rendimento dei propri figli e i docenti che vengono, purtroppo a trovarsi tra l’incudine e il martello, ossia, tra gli alunni che aspirano al 10 e i genitori che li pretendono quasi a tutti i costi.
Dare 10 per aumentare l’autostima? Andiamo cauti…perché le sorprese non mancano mai.
Mario Bocola
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