In un’intervista rilasciata a “La Padania” il 12 agosto, il prof. Tremonti ha criticato il ’68 ed ha auspicato un ritorno ai voti. Oggi il suo “desiderio” è stato esaudito.
Abituato a ragionare con i numeri si è convinti che certe espressioni dette con i numeri hanno un significato, se formulate con delle circonlocuzioni ne possono avere un altro, ma non certamente così incisivo come avviene con i voti. Ben detto.
Se la scuola vuole continuare ad insegnare nozioni e quantità di saperi, è giusta l’idea di Tremonti e del Ministro Gelmini, di ritornare al voto numerico invece del voto letterale, perché per tanti insegnanti il giudizio sintetico (sufficiente, buono, distinto) ha mantenuto da sempre lo stesso valore.
Se invece si vuole tendere non solo ad insegnare nozioni, ma a far acquisire competenze, il voto sintetico e numerico non è sufficiente La competenza non si può descrivere con un voto numerico. La competenza non è assimilabile agli esiti di una partita di calcio, come ha sostenuto il bravo ex calciatore Pietro Anastasi.
Sì è vero, tanti giudizi sono formulati in maniera ambigua, ed alcuni sono carichi di “bizantinismo”, come afferma Tremonti e causano confusione tra i ragazzi ed i genitori, e si prestano a facili ricorsi, “quasi sempre vincenti, davanti al TAR”, ma il giudizio, non è da abolire e messo accanto al voto, lo rende più chiaro, esplicito e ne articola la motivazione.
Questa formula d’involuzione, salutata con soddisfazione da molti docenti è avvenuta con il ministro Berlinguer quando per motivi di “semplificazione” abolendo la scheda descrittiva, ha introdotto la scheda sintetica, ma le cose non sono granché cambiate. Non sono i voti numerici o letterali che cambiano la scuola, ma la capacità didattica e la relazione educativa tra docenti, alunni e genitori.
La scuola di qualità non è la scuola che boccia, ma quella che promuove formazione tra i giovani studenti, rendendoli persone e cittadini onesti e responsabili.
E’ giusto il voto in condotta e si spera che tale provvedimento possa frenare e rallentare i casi di bullismo, ma chiede un ragazzo “Se mi comporto male e rispondo in maniera sgarbata ad un professore nel mese di novembre e poi chiedo scusa e mi comporto bene per tutto l’anno e studio con impegno, sarò bocciato per l’errore commesso a novembre?
Ribaltiamo la domanda al Ministro e attendiamo la risposta, che sarà anch’essa oggetto di voto.
Abbiamo salutato con un “bentornata” l’Educazione civica con il nuovo nome di “Educazione alla Costituzione e alla Cittadinanza” ed è un’opportunità funzionale nella scuola della formazione anche per i risvolti educativi nell’ambito dell’educazione stradale ed ambientale. Che tutti i docenti si facciano carico di rendere fruttuosa tale occasione educativa e non diventi un’ora di diversivo.
In un momento così difficile per l’economia delle famiglie e per il caro libri, non si potrebbe chiedere ai rispettivi ministeri (istruzione, trasporto e ambiente), i quali hanno dimostrato tanto interesse all’educazione e alla formazione dei giovani, di avere in dotazione i testi gratuiti di: educazione stradale, ambientale e della Costituzione italiana ?
Già sono arrivate le offerte di guide didattiche e di materiale di supporto alle innovazioni ministeriali, un nuovo business per alcune case editrici, molto previdenti.