Categorie: Attualità

Mettiamo la foto di Falcone e Borsellino in aula accanto al crocifisso?

Falcone e Borsellino, da sempre non sono considerati dei semplici magistrati che hanno combattuto la mafia. Non sono dei semplici eroi nazionali. Sono degli esempi di morale, dei fari di speranza.

In questi 25 anni dalla loro morte, hanno assunto una grande importanza per la cultura e anche per la scuola, tanto da ricevere dediche per strade, piazze e istituti scolastici, appunto.

Gli insegnanti, come il giornalista Alex Corlazzoli de Il Fatto Quotidiano, hanno come obiettivo quello di imprimere nelle giovani menti la portata delle gesta dei due giudici siciliani, e si domanda: “stamattina penso ai miei alunni nati nel 2007. Per loro chi sono questi due uomini? Li conoscono davvero? Sanno che cosa hanno fatto? Come sono stati ammazzati? C’è il rischio che i nomi di Falcone e Borsellino diventino come quelli di Mazzini e Garibaldi“.

Il pezzo su Il Fatto Quotidiano parla proprio di questo aspetto, ovvero cercare di “svegliare” la scuola: “abbiamo bisogno di una scuola che non si fermi alla Seconda guerra mondiale, di maestri che non si limitino ad essere degli esecutori delle indicazioni ministeriali, di dirigenti che non si prestino ad inoltrare nella posta dell’istituto la nota della ministra sul 23 maggio o sul 19 luglio“. In poche parole, “serve una scuola che istituzionalizzi l’ora di educazione civica. La storia di Falcone e Borsellino deve essere studiata nelle scuole primarie così come alle secondarie di primo e secondo grado. Deve entrare a far parte della memoria di questo Paese, dev’essere il vessillo d’Italia“.

Ma il pensiero del maestro e giornalista non si ferma qui, anzi, è corredata da una proposta precisa:”donare ad ogni scuola una fotografia di Falcone e Borsellino. Quei due volti sorridenti, uno accanto all’altro, nella foto scattata da Tony Gentile, potrebbero apparire in ogni classe tra il crocifisso e la fotografia del Presidente della Repubblica“.

Certo, un gesto non postrà mai sostituire l’impegno dei docenti a veicolare il messaggio dei paladini dell’antimafia, ma sicuramente, potrebbe essere un buon punto d’inizio per fissare nella nsotra cultura l’impresa e l’esempio di questi due uomini straordinari.

Chissà il Ministro Fedeli cosa ne penserà di questa proposta, mentre si trova a Palermo nella giornata del 19 luglio, per la cerimonia del 25esimo anniversario della strage di Via D’Amelio.

 

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Fabrizio De Angelis

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