Folla enorme a Washington alla “Marcia delle donne” contro il presidente Usa Donald Trump, cosicché è stato deciso che il corteo non poteva raggiungere la Casa Bianca e che doveva arrivare fino all’Ellipse: “se vogliono, ma non faranno il tradizionale percorso della parata, c’è troppa gente”: lo ha detto Christopher Geldart, citato dal “Washington Post”, direttore della Sicurezza interna della capitale.
Secondo gli organizzatori sarebbero arrivate fino a mezzo milione di persone tra cui anche il regista americano Michael Moore, il quale, prendendo la parola, ha mostrato una copia del “Washington Post” sulla cui prima pagina campeggiava il titolo “Trump prende il potere”. “Non credo!”, ha detto. “Siamo qui per promettere di mettere fine al massacro di Trump!”, ha aggiunto parafrasando il “massacro americano” denunciato ieri nel suo discorso di investitura dal nuovo inquilino della Casa Bianca.
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Quindi ha strappato il giornale. Moore ha poi invitato i partecipanti alla marcia a chiamare lunedì i deputati per chiedere di votare contro il segretario all’Istruzione nominata da Trump. “Non accettiamo Betsy DeVos come nostro segretario all’Istruzione!”, ha esclamato. DeVos, fautrice delle scuole private, è stata coinvolta in prima persona nella riforma della scuola nello Stato di Moore, il Michigan.
Tuttavia sono stati 2,5 milioni i manifestanti in tutto il mondo che hanno aderito alla marcia delle donne organizzata nelle principali capitali contro l’insediamento di Donald Trump. Una marea umana si è riversata nella capitale per far sentire la propria voce, per dare forma alla protesta contro un presidente che “non ci rappresenta”, dicono. E il messaggio è forte e chiaro nella mobilitazione che ha pochi precedenti