Mi dispiace deludervi, colleghi…

Gentile Redazione,

Gentili Lettori,

scrivo in riferimento alle lettere dei lettori del 21-22/2 uu.ss. su

http://tecnica.belledentro.it/index.php?option=com_k2&view=item&id=1413:ho-60-anni-e-vorrei-vivere-ancora-un-po&Itemid=133

e

http://tecnica.belledentro.it/index.php?option=com_k2&view=item&id=1418:non-ne-posso-piu&Itemid=133

e alle loro “chiuse” riassunte dalla prima:

“dichiaro, con tutta sincerità, che sono allo stremo e che sarei disposta anche a fare l’addetta delle fotocopie, la centralinista o l’addetta alle pulizie pur di vivere qualche altro giorno”.

Comprendo lo stato di esasperazione e di stanchezza, lo condivido profondamente. Tuttavia… so che hanno scritto quasi iperbolicamente ma, e mi dispiace deludere i colleghi probabilmente peraltro già a conoscenza, no, non è disponibile neppure questa “extrema ratio”, neanche per protesta…

No, non è concessa neppure quella fuga per disperazione, non solo per età, ma persino neanche per grave disabilità-gravi patologie: no, lo Stato non la concede, anche se per necessità siamo disposti (sulla carta, obbligati di fatto) a farci ulteriormente vessare con misconoscimento e ulteriore umiliazione di anni di studio e maturazione di Conoscenza, di competenze (per di più presi in giro con la fanfaluca dell’abrogazione dell’articolo sulla “deportazione” nella legge n. 128, tanto messa in evidenza ma falsa negli effetti) …

No, lo Stato non concede nulla – neppure se sei disabile grave con due, non una, gravi patologie (con riscontri oggettivi, strumentali – rmn, etc.): comunque 36 ore settimanali di lavoro, non di fotocopie, e con lo stress di mobilità anche fuori provincia: per disabile grave non semovente, quindi ledendo diritti che si riteneva garantiti dalla – troppo abusata – legge n. 104/1992. (Troppo abusata: infatti in fondo non sono indignata con lo Stato -comunque strozzìno- tanto quanto con gli imbroglioni, gli opportunisti e i corrotti che ci hanno condotto a questa situazione e tuttora ne fruiscono).

Auguri, colleghi

Maria Amici

docente già di ruolo di materie letterarie e latino, dottore di ricerca in filologia greca e latina – suona abbastanza quale sberleffo dello Stato? – attualmente dichiarata docente permanentemente inidonea all’insegnamento, nelle more di mobilità -“deportazione” int.

I lettori ci scrivono

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