Il Comunicato dell’Adida
Nella giornata dell’11 marzo, il Consiglio di Stato ha immesso in Gae circa 2000 diplomati magistrali rappresentati dalla nostra associazione, Adida, anche a seguito degli esiti di ricorsi similari, dopo il rigetto della richiesta della cautelare da parte del Tar Lazio, ha perseguito la strada dell’appello al Consiglio di Stato, invitando tutti a partecipare al fine di poter vedere riconosciuti, anche se solo parzialmente, i propri diritti. Siamo quindi orgogliosi e soddisfatti da questo risultato, visto che la battaglia per il riconoscimento del valore abilitante del diploma magistrale è stata da sempre prerogativa di Adida, anche quando sia in ambito politico e che sindacale, eravamo additati come visionari e spregiudicati.
Dopo l’esito del ricorso straordinario che nel 2013 ha finalmente restituito a questo titolo il suo giusto valore, abbiamo ottenuto anche una ricaduta politica positiva, parallelamente ad altre battaglie che hanno messo giustamente e legittimamente in discussione le scelte operate dal Miur a danno dei docenti precari delle graduatorie d’istituto. In sostanza, abbiamo tentato tutte le strade, principalmente quella politica, per cercare di riequilibrare le distorsioni di un sistema, quello del riconoscimento professionale e del reclutamento, che ha inferto duri colpi alla nostra categoria, sfruttata, ma oggetto di ogni possibile forma di negazione, a seguito di logiche millantate come meritocratiche.
Purtroppo, l’unico strumento per contrastare questa tendenza esplicitata dalla classe politica e dirigente, e fatta propria dall’opinione pubblica, è stato il ricorso, sicuramente uno strumento improprio, ma l’unico in grado di contrastare illegittimità, eccesso di potere, illogicità e letture distorte e faziose della normativa. Sono numerosi i passaggi normativi, rettificati o introdotti, a seguito delle sentenze dei tribunali: l’istituzione dei Pas, frutto del contrasto ai Tfa che negavano la professionalità dei precari di III fascia; l’inserimento dei Diplomati magistrali in II fascia, dopo anni di segregazione in III, a seguito del disconoscimento del titolo; il riconoscimento del diritto alla stabilizzazione di docenti precari delle graduatorie d’istituto, e molto altro.
Tuttavia, in questo momento, oltre ai diplomati magistrali, altre categorie attendono l’esito dei propri ricorsi amministrativi. Risultano infatti ancora pendenti i ricorsi Gae del 2011 e del 2012, così come il ricorso Gae 2014, inoltrato dai docenti abilitati a seguito dei Pas e dei Tfa.
È opportuna una precisazione a riguardo, sebbene già fatta più volte. I ricorsi Gae del passato basavano le proprie richieste su fondamenti diversi, ampiamente superati dalle circostanze, cosa che ha consigliato la riproposizione del ricorso nel 2014, come si può evincere di numerosi comunicati a riguardo.
L’orientamento già negativo del Tar, testimoniato dal rigetto di numerosi ricorsi, e la conseguente condanna alle spese, nonché le mutate condizioni dei ricorrenti, infatti, imponevano la massima cautela e la decisione, allora accolta impopolarmente, di reimpostare il tutto da capo.
L’associazione sta conducendo un’ampia battaglia politica per ottenere in modo “normale” il riconoscimento di professionalità e diritti dei precari storici delle graduatorie d’istituto, ma il muro di gomma, costituito dall’atteggiamento dell’attuale Governo, rende difficile intravedere vie d’uscita, nonostante la recente sentenza europea sulla reiterazione illegittima dei contratti a termine abbia definitivamente fatto chiarezza.
Il Governo sembra incurante delle minacce di ricorso, sebbene il danno sia evidente persino per le casse dello Stato, e, dalle indiscrezioni che circolano, sembra annaspare nel tentativo di trovare un escamotage per aggirare la pioggia di ricorsi al giudice del lavoro. Questa attesissima sentenza, infatti, ha riaperto i termini per far valere la propria posizione di precari ed incoraggia a proseguire ricercando nelle aule dei tribunali la giustizia e il rispetto dei diritti negati a livello politico ed amministrativo.
Come associazione abbiamo in calendario due importanti appuntamenti che rispecchiano le due parallele forma di lotta: il primo, con lo scopo di informare i diplomati magistrali sulla prospettiva aperta dei ricorsi in atto e tutti i precari delle GI sulle ricadute della sentenza europea a Bologna, sabato 14 marzo; il secondo il 17 marzo, alle ore 14.30, davanti Montecitorio, al fianco di altri importanti rappresentanti del precariato scolastico. Abbiamo vinto alcune battaglie ma la guerra, purtroppo, è ancora lunghissima.
Sentenza Consiglio di Stato 11/3/2015