Categorie: Precari

Migliaia di insegnanti e Ata precari lasciati senza stipendio da mesi

Migliaia di precari della scuola aspettano da mesi di ricevere lo stipendio: si tratta dei supplenti cosiddetti “brevi”, incaricati direttamente dai dirigenti scolastici di sostituire il personale di ruolo anche per pochi giorni. Il mancato pagamento, in diversi casi a partire dallo scorso febbraio, è particolarmente grave perché spesso i docenti e Ata della scuola che subentrano debbono affrontare lunghi viaggi e spese di pernottamento per assolvere l’impegno lavorativo: come anche rilevato dalla stampa specializzata, negare lo stipendio ai supplenti significa non solo minare la loro dignità e professionalità messa al servizio delle nuove generazioni, ma anche metterli in seria difficoltà economica.

È paradossale che il disguido si manifesti proprio ora che le procedure dei pagamenti non sono più legate alla mancanza dei fondi di ogni singola scuola, ma sono diventate di competenza dell’amministrazione economica centrale. E interamente on line, con il Mef che ‘carica’ gli stipendi sul ‘Sicoge’, il Sistema informatico di contabilità e gestione economica.

A quanto pare, però, questo problema sarebbe superato: il 6 giugno, infatti, il Ministero dell’Economia ha pubblicato un avviso, nel quale annuncia che per “consentire il pagamento delle retribuzioni arretrate al personale supplente breve e saltuario della scuola (..) questa Direzione ha programmato un’emissione speciale per la giornata di lunedì 16 p.v. Pertanto – continua il Mef – , tutti gli elenchi che entro le ore 17.00 del suddetto giorno avranno completato l’iter autorizzativo, saranno oggetto di emissione speciale”. Le scuole, pertanto, hanno poco più di una settimana di tempo per comunicare al Ministero di Via XX Settembre i nominativi dei supplenti che ad oggi non hanno percepito quanto dovuto.

Qualora queste indicazioni non dovessero produrre dei risultati concreti, con un’assegnazione repentina tutte le mensilità mancanti ai supplenti, il sindacato Anief ha deciso diffidare il Miur e i direttori generali degli Uffici Scolastici Regionali: è infatti giunto il momento di porre fine a questa pessima abitudine di considerare opzionale la regolarità dei pagamenti per il personale precario. Ricordiamo, a tal proposito, che il diritto alla retribuzione di tutti i lavoratori è sancito dagli articoli 35 e 36 della Costituzione.

Coloro che vogliono rivendicare questo diritto non dovranno fare altro che inviare il modello di diffida e messa in mora, messo disposizione dall’Anief, direttamente alla scuola dove attualmente prestano servizio. Qualora l’amministrazione, a seguito della ricezione della diffida, non provveda entro 8 giorni a corrispondere le somme dovute, Anief invita gli interessati a segnalarlo alla casella e-mail stipendi.supplenti@anief.net, al fine di stabilire le strategie legali per la risoluzione del caso.

Secondo Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir, “non è tollerabile che la burocrazia prevalga sui lavoratori, i quali hanno tutti, di ruolo e precari, gli stessi diritti. Anche perché, è bene ricordarlo, già percepiscono uno stipendio tra i più bassi dell’area europea, in media tra i 1.200 ed i 1.300 euro: un docente di ruolo laureato della scuola superiore italiana dopo 15 anni di servizio percepisce meno di 27mila euro lordi, mentre un collega tedesco con la stessa anzianità professionale ha una busta paga di quasi 70mila euro. Ora, alla modesta portata dello stipendio si aggiunge la beffa del suo pagamento ritardato sine die. E questo – conclude Pacifico – non possiamo accettarlo”.

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