Lo scrive Repubblica che riporta il focus numero 47 sui test Pisa (Programme for International Student Assessment) 2012, pubblicato sul proprio sito. Il nostro Paese, insieme con Brasile, Germania, Grecia, Messico, Tunisia e Turchia, è riuscito a migliorare più delle altre le prestazioni dei propri quindicenni.
Dal 2000 l’Ocse effettua uno studio sulle competenze fondamentali dei quindicenni di mezzo mondo nella giusta convinzione che lo sviluppo economico di un paese sia strettamente legato al livello di preparazione dei propri cittadini.
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L’ultima indagine è quella condotta nel 2012 – con approfondimento sulla Matematica – ma pubblicata l’anno scorso. I giovani italiani rispetto alla tornata del 2003 sono riusciti a migliorarsi più dei compagni di altre nazioni.
In Matematica, dal 2003 al 2012, il punteggio dei ragazzini nostrani è cresciuto di quasi 20 lunghezze, passando da 466 a 485 punti. Un balzo in avanti superiore al 4 per cento che può vantare solo qualche nazione: anche nel corso del tempo, l’eccellenza e l’equità nell’istruzione non sono obiettivi mutuamente esclusivi, mentre per scalare le classifiche bisogna prestare maggiore attenzione agli alunni in difficoltà supportandone gli apprendimenti e portandoli a livelli almeno sufficienti.
Il nostro Paese, in appena un decennio, ha infatti ridotto di oltre sette punti percentuali – dal 31,9 al 24,7 per cento – gli alunni che in matematica mostravano scarse competenze. Un messaggio chiaro anche per gli operatori della scuola e il governo italiano alle prese con l’ennesima riforma della scuola: non è possibile migliorare le performance complessive del proprio sistema di istruzione se non si focalizzano le risorse sui più deboli e gli alunni meno attrezzati
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