Continua ancora lo scontro tra Governo e le navi delle Ong, Humanity 1 e Geo Barents, che salvano migranti nel Mediterraneo. Le navi sono ancora al porto di Catania dove non tutti i migranti possono sbarcare, ma soltanto chi passa la selezione del ministero dell’Interno (sono stati fatti scendere, infatti, solo donne, minori, fragili e nuclei familiari), lasciando che il “carico residuale” si allontani dalle coste italiane.
Tantissime sono state le manifestazioni di appoggio (da parte di associazioni e cittadini) agli esseri umani bloccati sulle navi. Nelle scorse ore alcuni di loro hanno lanciato un grido di allarme attraverso dei cartelloni con su scritto “HELP US”, esposti dagli oblò delle navi, altri si sono buttati in mare sperando di arrivare a nuoto in terraferma.
Dal ministero della difesa la posizione rimane decisa: “Stiamo seguendo la situazione al porto di Catania – ha detto il ministro Piantedosi – ci stiamo comportando con umanità ma fermezza sui nostri principi. In tal senso impronteremo le prossime azioni. Stiamo lavorando sia sui tavoli europei che nazionali”.
E ha continuato: “Stiamo accogliendo anche altre navi che arrivano con eventi Sar (Search and rescue), non stiamo facendo mancare a nessuno l’assistenza umanitaria come ci viene internazionalmente riconosciuto”.
Nella giornata di oggi, martedì 8 novembre, gli studenti e le studentesse del Liceo Classico Spedalieri di Catania hanno occupato la propria scuola e in un comunicato stampa hanno sottolineato i motivi che li hanno portato a prendere questa scelta.
“Noi studentesse e studenti del liceo Spedalieri di Catania assistiamo inorriditi all’inumano trattamento riservato dal governo del nostro Paese ai naufraghi portati in salvo dalle navi Humanity 1 e Geo Barents. Ciò che sta avvenendo al porto della nostra città non è accettabile. Tutti noi abbiamo preso atto della necessità di mobilitarci, uniti, contro questo macabro teatrino. Non possiamo restare inermi dinnanzi alla solita vecchia retorica di distrazione di massa sulla pelle dei più deboli. Non abbiamo paura di essere tacciati di buonismo, noi siamo qui oggi ad urlare che Catania è città di solidarietà e di accoglienza, nessun uomo è “illegale”. Ci parlano di “cernita”, “carico residuale”, “vulnerabili” e, conseguentemente di “invulnerabili”. Si dimenticano però di star parlando di esseri umani. Duecentocinquanta vite umane, tenute in ostaggio, violando così, di fatto, la Convenzione di Ginevra e la Carta dei Diritti Umani. Da ciò nasce la necessità di riprenderci i nostri spazi e riunirci in assemblea autogestita in data odierna. Intendiamo la scuola come luogo di uguaglianza, accoglienza, equità, tutti valori che oggi ispirano il nostro gesto. Non possiamo permettere a questo governo di continuare a scrivere pagine di una storia buia e vergognosa. Per questo, noi studenti e studentesse, ora più che mai, dobbiamo insorgere e mobilitarci contro una politica disumana e assassina”.
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