Attualità

Migranti e criminalità: una ricerca nega che esista un nesso

Esiste un nesso tra migranti e maggiore delittuosità? Sembra di no, secondo quanto affermano gli esperti, che fra ‘altro ora si rifanno a un Istituto di ricerca tedesco, Ifo di Monaco di Baviera, liberale e conservatore.

Infatti, spiega Ifo, come si lege sulle pagine del quotidiano online Il Fatto Quotidiano, le analisi condotte negano che un aumento della quota di immigrati porti a un aumento della criminalità

Inoltre l’istituto mette in guardia contro le errate percezioni sulla migrazione, suggerendo di incentivare una maggiore comprensione del ruolo degli immigrati nella società per sviluppare politiche efficaci e promuoverne l’integrazione.

In ogni caso le analisi tedesche concordano coi risultati di altre ricerche internazionali sul tema, comprese quelle che riguardano l’Italia e gli Stati Uniti: “Utilizzando metodi statistici rigorosi, emerge che, anche in aree con un’immigrazione sostanziale, i tassi di criminalità non aumentano. In alcuni casi, addirittura diminuiscono leggermente”.

A ritenere l’immigrazione causa di criminalità ci sarebbe, secondo la ricerca, l’influenza dei media e della retorica politica, mentre le ricerche certificano che permessi di lavoro legali e impieghi stabili sono direttamente collegati alla riduzione dei tassi di criminalità, come spiega pure un articolo pubblicato dal Mulino a firma di due docenti dell’Università di Milano: “Quando ad alcuni immigrati dell’Europa orientale sono stati concessi permessi di lavoro legali, i loro tassi di criminalità sono scesi di oltre il 50%”.

Tuttavia, a contestare queta ricerca ci sarebbe la percentuale di stranieri nelle statistiche sulla delinquenza e nelle carceri.

Che è comunque parziale, in quanto, nei dati forniti dal Viminale, si accomunano tutti gli stranieri denunciati/arrestati sul territorio nazionale, compresi i comunitari la cui incidenza criminale è pari al 66,8%. Certo, i comunitari non si possono rimpatriare. Quanto agli extracomunitari irregolari, anche a triplicare i rimpatri i numeri non sarebbero tali da incidere sugli oltre 300mila stranieri privi di permesso di soggiorno. Percentuali che sembrano avere senso anche per gli studi internazionali, che concordano nel suggerire “politiche che garantiscono uno status legale agli immigrati“, perché facilitano l’integrazione economica e sociale, portando a una riduzione oggettiva dei comportamenti devianti.

Pasquale Almirante

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