Una iniziativa dimostrativa del disagio degli studenti italiani a Milano: nella fontana collocata all’ingresso del Castello Sforzesco, il movimento della rete degli studenti ha colorato di rosso vivo, con il versamento di vernice colorata, i 1200 metri quadrati di superficie della fontana.
Questo atto dimostrativo è stato portato avanti sotto lo slogan “il dissanguamento della scuola pubblica”.
Mentre si metteva in atto questo sabotaggio della fontana, dove simbolicamente è stata versata della vernice rossa, a significare il dissanguamento del settore della conoscenza, quattro studenti milanesi, accompagnati da due loro insegnanti, hanno fatto irruzione nel palazzo della Regione Lombardia, interrompendo i lavori del Consiglio regionale intimando di non tagliare i fondi alla scuola pubblica.
A causa della tensione provocata dall’irruzione e dai toni aggressivi, la seduta è stata sospesa. I consiglieri regionali appartenenti al Movimento 5 Stelle hanno deciso di esprimere solidarietà con i manifestanti lasciando i banchi del Pirellone.
La manifestazione, che ha visto l’infiltrazione di gruppi di area antagonista e di ragazzi appartenenti ai centri sociali, si è conclusa con gli scontri tra gli studenti e gli agenti di polizia, che hanno fatto registrare alcuni contusi tra i giovani manifestanti.
Si è trattato di momenti ad alta tensione che ci sembrano denotare la lontananza tra la politica e i problemi che gli studenti vivono nelle scuole e nelle università, questo è il segno di una società che non è in grado di garantire un futuro ai propri giovani, che si sentono privati del diritto allo studio oggi di quello al lavoro domani.
Il Presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni, ha condannato la violenza e ha dichiarato che “chi impedisce lo svolgimento del lavoro di un’assemblea democratica è sempre in torto a maggior ragione se l’obiezione di chi protesta è di non dare soldi alla scuola privata”. Al Presidente Maroni piace ricordare che in Lombardia è valido il principio della libera scelta tra chi vuole frequentare una scuola pubblica e chi invece vuole iscriversi in una scuola privata. In questa giornata di contestazione, dove si sono viste le cariche della polizia sugli studenti, dove si sono visti lanci di uova e bottiglie di vernice, dove abbiamo assistito al sabotaggio della fontana di Piazza Castello, sembrava che l’Italia fosse ripiombata in un clima tipico degli anni ’70, dove la contestazione e la protesta forte ed incisiva, anche su questioni di carattere ideologico, sortiva gli effetti sperati.
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