Attualità

Milano, un’altra occupazione. Quella dell’Einstein è la 19esima da inizio anno

Ancora un liceo, il 19esimo da inizio anno a protestare nella città di Milano. Si tratta dell’Einstein che allunga lo stato di agitazione degli istituti del capoluogo lombardo. Arriva dopo il Berchet, il Pasolini e il Brera che è salito agli onori della cronaca per la denuncia di sequestro di persona da parte dei ragazzi contro la preside e per l’episodio che ha fatto finire al pronto soccorso il vicepreside. Disagio, malcontento, proteste e studenti molto attivi attraverso collettivi, movimenti e reti. Occupazioni, scioperi e manifestazioni, gli studenti si stanno facendo sentire in vari modi.

Diverse sono le motivazioni alla base delle proteste. Gli studenti chiedono che venga abolito il Pcto (ex alternanza scuola-lavoro) dopo i recenti casi di cronaca. Ma sottolineano anche il disagio psicologico sempre crescente fra gli adolescenti. Un’altra richiesta, quella della riforma delle valutazioni, giudizio e non più voti. Messaggi inviati attraverso le occupazioni che però vedono spesso delle infiltrazioni notturne da parte di estranei che fanno terminare in anticipo la protesta.

Ci sono poi le diverse forme di reazione da parte dei presidi. Chi usa la linea dura, non permettendo ai ragazzi l’uso di spazi scolastici durante l’occupazione e chi cerca un accordo, magari con forme di cogestione. Un dialogo costruttivo che non sempre avviene tra ragazzi e dirigenza.

La pandemia ha influito sulle proteste? Probabilmente si, gli anni di Dad hanno certamente complicato non poco il percorso degli studenti e hanno fatto emergere alcuni problemi. I ragazzi sembrano cogliere il disagio per riorganizzare idee e proposte chiedendo la collaborazione dei docenti. Si protesta anche per i costi della scuola, che tra acquisto di libri, materiale scolastico ed accessori arriva a 1200 euro di media. Tra le richieste anche un incentivo per la loro formazione, simile alla carta del docente. Senza dimenticare le difficoltà psicologiche che molti vivono con ansie e attacchi di panico. Infine la maturità, con la non condivisione delle modalità dell’esame già manifestate al momento dell’ordinanza da parte del Ministero.

Daniele Di Frangia

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