I lettori ci scrivono

Militarizzare le scuole? Non è così che si educano i nostri figli e le nostre figlie

La propaganda del Governo al fine di avvicinare studenti e studentesse al mondo militare sta assumendo toni sempre più inascoltabili, tanto più se si pensa alla situazione di popolazioni costrette a subire guerre sempre più incontrollabili e distruttive. Di contro, una consapevolezza via via più diffusa comincia a rompere quella che fino a poco fa era la normalizzazione della presenza delle forze armate nelle scuole italiane.

Così docenti e famiglie si stanno organizzando per denunciare e boicottare queste iniziative come nel caso della manifestazione prevista il 16 aprile presso l’aeroporto di Ghedi, dove le Frecce Tricolori unitamente al Sesto Stormo dell’Aeronautica Militare dovrebbero accogliere diverse scuole nel corso dell’iniziativa che porta l’assurdo titolo di «Mettiamo le ali ai nostri sogni». La circolare inviata dal Governo tramite l’Ufficio Scolastico della Provincia di Brescia a tutte le scuole in cui si invita a partecipare all’evento è da respingere in toto. Siamo inorridite/i nel leggere che lo scopo della giornata è quello di “far conoscere e promuovere sul territorio insieme alla cittadinanza, alle Scuole, alle Istituzioni i valori che esprimono il servizio al Paese, le tradizioni e la cultura della eccellenza italiana nel Mondo, il patrimonio di storia, cultura aeronautica con le professionalità espresse dall’aeronautica militare”, con l’obiettivo di fornire a studenti e studentesse “uno spunto per l’orientamento nella scelta del proprio profilo professionale ed occupazionale”.

Anche a La Spezia docenti e famiglie quest’anno hanno deciso di far sentire la propria opposizione alla manifestazione “Giornata del Mare 2024” e hanno avviato una raccolta di firme per denunciare come, attraverso un percorso di educazione ambientale, bambine/i e ragazze/i in verità saranno portati a visitare navi da guerra.

Come Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università crediamo che questi episodi stiano finalmente scuotendo una sonnecchiosa abitudine alla presenza delle forze armate nei luoghi dell’istruzione, e siamo convinti/e che docenti, genitori, studenti e studentesse debbano diventare parte vitale di una pratica diffusa di denuncia e resistenza anche perché tutto questo avviene mentre in molti paesi d’Europa i governi stanno programmando il ritorno alla leva obbligatoria.

È nostra ferma convinzione che le scuole non debbano essere un bacino di reclutamento per gli eserciti, ma luoghi in cui si educa alla pace e alla convivenza tra i popoli. Solidarizziamo con i/le docenti, le famiglie, gli studenti e le studentesse che si stanno opponendo questa ulteriore militarizzazione degli spazi del sapere, e invitiamo tutti gli operatori scolastici a non aderire a questo evento e le famiglie a non permettere che i propri figli e le proprie figlie vi partecipino. Invitiamo ad utilizzare gli strumenti elaborati dall’Osservatorio contenuti nel Vademecum e reperibili sul sito dell’Osservatorio https://osservatorionomilscuola.com/archivio-mozioni-e-documenti/

Invitiamo infine a sostenere queste azioni firmando le petizioni proposte:

-per La Spezia accedere direttamente al link https://chng.it/nLRCSXTb9K

-per Brescia (di cui alleghiamo il link con il testo della petizione https://osservatorionomilscuola.com/2024/04/05/patrizia-londero-il-fascino-indiscreto-della-guerra/) si può dare l’adesione scrivendo al seguente indirizzo donneinreteperlapace.desenzano@gmail.com

Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università

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