È una modalità originale di fare scuola e di scoprire autori famosi leggendo direttamente le loro opere: “Una formula che spalanca l’orizzonte culturale del nostro lavoro – spiegano i docenti che promuovo l’iniziativa e che hanno accompagnato i ragazzi in un accurato lavoro di preparazione –, toccando autori stranieri e aprendoci a un lavoro interdisciplinare che facilita l’unità della visione culturale degli studenti. E soprattutto aiuta a una conoscenza diretta, a un confronto personale con gli autori per portarne alla luce i tratti umani”
I “traguardi” indicati dal Ministero, le famose competenze che dovrebbero maturare negli studenti, vengono raggiunti attraverso un metodo che li affascina e fa loro gustare opere letterarie di alto livello, compresi coloro che presentano difficoltà di rendimento.
Si conferma così quanto diceva Tolkien: per la scelta delle letture dei giovani occorre comportarsi come per la scelta delle scarpe, scegliendo sempre un numero più grande.
La collaborazione non avviene solo all’interno dello stesso istituto, ma anche tra colleghi di città diverse, attraverso incontri o conferenze sulla Rete. Nelle precedenti edizioni sono stati affrontati autori come Stevenson, Chesterton, Dickens, Lewis e Shakespeare.
A Firenze convergono studenti e insegnanti provenienti da 32 scuole di 24 città e 10 regioni italiane, che presenteranno elaborati suddivisi in quattro sezioni: saggi in italiano, testi teatrali o racconti in italiano, testi in lingua inglese ed elaborati artistici, tutti scaturiti dalla creatività dei singoli e delle classi.
Durante il convegno gli studenti ascolteranno anche l’intervento di Edoardo Rialti dal titolo “Casa è alle spalle, il mondo è davanti. Il viaggio di Bilbo e Frodo”, presenteranno le domande emerse dal lavoro fatto in classe e assisteranno alla rivisitazione drammatizzata di alcuni momenti salienti de Lo Hobbit messo in scena dagli studenti della Nuova Scuola di Pesaro. Il convegno si concluderà con la premiazione dei tre migliori lavori di ogni sezione e la consegna delle menzioni d’onore.
In tempi di emergenza educativa, iniziative come questa testimoniano che si può risalire la corrente, riempire il vuoto di proposta che contribuisce a incrementare il tasso di disaffezione di tanti giovani nei confronti dello studio e della scuola. Non tanto elaborando nuove “formule” didattiche o piani studiati a tavolino, quanto moltiplicando iniziative dal basso che partano dalla passione per l’incontro con l’umanità che si esprime nelle opere dei grandi. Perché anche un grande, in fondo, è uno di noi. (da L’Avvenire)
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