“I risultati delle prove INVALSI fuori dal curriculum dello studente. Sono uno strumento di lavoro conoscitivo, non servono a valutare docenti e studenti”.
A dichiararlo è Anna Ascani, Vice Ministra dell’Istruzione, che così annuncia l’approvazione di un emendamento relativo al cd. Decreto Milleproroghe.
“Abbiamo fortemente voluto – si legge in un comunicato stampa del 12 febbraio – che i risultati delle prove INVALSI rimanessero fuori dal curriculum dello studente, che contiene le informazioni sulle competenze formali e non formali acquisite dagli studenti, che sarà introdotto dall’anno prossimo e che verrà allegato al diploma. Il motivo è chiaro: i test INVALSI non servono a valutare docenti e studenti. Sono uno strumento conoscitivo che fornisce una fotografia dello stato di salute del nostro sistema di istruzione ed è per questo motivo che sono fondamentali per il miglioramento e restano requisito di ammissione all’Esame di Stato”.
“Proprio per questo motivo – continua Ascani – abbiamo deciso di utilizzare le rilevazioni dell’Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione e di formazione come base per intervenire sui divari territoriali presenti nel nostro Paese. Rappresentano un importante termometro del sistema e aiutano a orientare le azioni in maniera strategica. La decisione di tenerli fuori dal curriculum dello studente, la cui introduzione è stata rimandata per effetto di un emendamento al Milleproroghe, testimonia quindi la natura di queste prove che non sono né inquisitorie, né punitive”, conclude la Vice Ministra.
In proposito, ecco anche le dichiarazioni di Nicola Fratoianni (Leu): “Oggi è stato approvato un mio emendamento che toglie definitivamente dal curriculum degli studenti la certificazione delle prove Invalsi. Purtroppo resta l’obbligatorietà a svolgere la prova, ma essa non avrà alcun impatto sulla valutazione degli studenti né per il presente, né tanto meno per il futuro.“
“Abbiamo ristabilito due principi fondamentali – prosegue l’esponente di Leu in commissione cultura di Montecitorio – che erano stati messi in discussione dal DL 62/2017:
“C’è ancora molto lavoro da fare, ma intanto, oggi – conclude Fratoianni – abbiamo compiuto un primo passo, a tutela degli studenti e del ruolo del corpo docente.”
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