Tra bocciature, ricorsi al Tar, scontri tra genitori, studenti e docenti, nelle scorse ore è ritornata a galla una sentenza del 2015 rivolta proprio ai docenti.
Nella fattispecie la Corte ha confermato la sentenza di condanna di un insegnante che aveva pronunciato espressioni offensive nei riguardi di alcuni alunni, costringendoli, con minaccia di bocciatura e di conseguenze penali in caso di rifiuto, a scrivere una lettera al preside con cui ritrattavano le accuse nei confronti della stessa insegnante.
In questo caso si fa riferimento alla sentenza n. 47543 del 16/07/2015, abuso dei mezzi di correzione o di disciplina: “Integra il reato di abuso dei mezzi di correzione o di disciplina il comportamento dell’insegnante che umili, svaluti, denigri o violenti psicologicamente un alunno causandogli pericoli per la salute, atteso che, in ambito scolastico, il potere educativo o disciplinare deve sempre essere esercitato con mezzi consentiti e proporzionati alla gravità del comportamento deviante del minore, senza superare i limiti previsti dall’ordinamento o consistere in trattamenti afflittivi dell’altrui personalità”.
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