Sembra che ritardi e qualche discussione stiano nascendo per colpa della politica, di quei partiti cioè che appoggiano il governo Draghi, e che cercano di acchiappare poltrone in proporzione al loro peso specifico in termini di presenza parlamentare, mentre, per quanto riguarda i nomi di pertinenza del presidente del consiglio incaricato, la lista (il “catalogo” avrebbe detto Leporello) dei “tecnici” sarebbe pronta.
In pectore ai partiti dunque fra i ministri, sibilano gli informati, fra cui La Stampa, ci sarebbero:
due o tre ministri per i 5Stelle: Di Maio, che resterebbe alla Farnesina, Stefano Patuanelli e Vito Crimi. Rimane l’incognita Conte: rimane o va via?
Due posti al Pd: tra Orlando, Guerini, Franceschini e Delrio.
Due anche alla Lega: Giorgetti (forse come sottosegretario a palazzo Chigi), e tra Giulia Bongiorno e Centinaio.
Due a Forza Italia: Antonio Tajani e Mariastella Gelmini.
Uno a Italia Viva: tra Rosato e Bellanova.
Uno a Leu: si confermerebbe Roberto Speranza alla salute, ma in corsa ci sarebbero pure i “tecnici”: Ilaria Capua o Antonella Polimeni.
Uno per i centristi-europeisti: tra Bruno Tabacci o Emma Bonino.
Andiamo ai cosiddetti ministri tecnici, tra cui si ipotizza ci dovrebbe serre quello all’istruzione.
A questa entità tecnica, ma che è politica nel momento in cui assume l’incarico, andrebbero 8/9 ministeri:
Economia e Sviluppo: Daniele Franco o Dario Scannapieco o Ernesto Maria Ruffini.
Infrastrutture e Trasporti: Carlo Cottarelli o Vittorio Colao.
Lavoro e Pubblica amministrazione: Enrico Giovannini, Tito Boeri o Luisa Torchia.
All’istruzione: Patrizio Bianchi o il segretario generale del Senato Antonio Malaschini.
Alla Giustizia: Marta Cartabia.
Agli Interni Luciana Lamorgese.
Sembra tuttavia che Draghi già sappia il fatto suo, nel senso che sa bene dove dorme la lepre o per meglio dire avrebbe già in tasca, bello e confezionato, “il catalogo” di mozartiana memoria, nel quale erano elencate tutte le donne che Don Giovanni aveva avuto nelle nazioni di Europa.
Ebbene, un elenco simile, ma non di conquiste, bensì di spadaccini esperti nel campo dell’amministrazione, attende di essere stratto dal cilindro di Draghi.