Esprimiamo sorpresa e indignazione per quanto espresso dalla ministra Fedeli, che avrebbe definito “non degni di educare i prof che parlano di docenti deportati e presidi sceriffo”.
Non è chiaro se si tratti di una provocazione o di una intimidazione, che rispediamo al mittente, ricordando alla ministra come lei e i suoi predecessori non abbiano mai espresso uguale sconcerto per la ingiusta campagna denigratoria nei confronti dei docenti in atto ormai da troppi anni.
A proposito dei ‘presidi-sceriffo’, invitiamo la ministra a informarsi sulla vicenda slides Anp e di come siano nate le polemiche e il suddetto termine (stiamo ancora aspettando una presa di posizione di questo ministero, sin dall’epoca Giannini).
Inoltre, rammentiamo il significato del termine “deportato” (da ‘deportazione’ “trasferimento, imposto legalmente o di fatto, di gruppi o di popolazioni da un territorio a un altro”. Dizionario di Italiano, Garzanti).
Aggiungiamo che la dignità di un insegnante si misura con altri parametri e che il linguaggio scelto è importante soprattutto quando è usato da un ministro.
Concludiamo dichiarando, come il collega Luca Cangemi, che noi PSP continueremo ad usare i termini
suddetti quando lo riterremo opportuno e necessario.
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