L’intervista del ministro dell’istruzione, pubblicata oggi da Repubblica e rilanciata dalla Tecnica, merita qualche rilievo a caldo. Cito dall’intervista e commento.
1) “Dobbiamo lavorare sulle lingue, possibile che in Italia si parli questo pessimo inglese? A 18 anni bisogna stare almeno al livello C2″. Possibile che nessuno abbia informato il ministro che il livello C2, quello a cui “almeno” bisogna stare a 18 anni, è il livello massimo, paragonabile a quello dei madrelingua? Bastava che consultasse Wikipedia.
2) “E dovremmo sperimentare classi ‘di solo inglese’ e “solo francese’. Le due ore a settimana propinate da insegnanti oggettivamente scarsi servono a poco”. Siccome due ore si fanno solo alle scuole primarie (alla secondaria sono tre), sarebbe carino se qualcuno mettesse a parte la ministra del fatto che gli “insegnanti oggettivamente scarsi” che “propinano” due ore a settimana (quanta delicatezza! Avrebbe potuto dire “gli insegnanti sono delle cacche” e invece è stata così misurata, una vera motivatrice) sono le maestre che i suoi predecessori, per liberarsi degli insegnanti specialisti (quelli laureati in lingue), hanno formato con corsi accelerati una tantum – che andavano dalle 30 alle 240 ore (solo per chi partiva dal livello zero) – giusto per il “razionale ed efficace utilizzo delle risorse umane della scuola”. Quindi, se insegnanti “oggettivamente scarsi” propinano due ore di inglese a settimana ai nostri bambini, lo dobbiamo solo a ministri oggettivamente (omissis)…
3)”Gli scatti d’anzianità sono arcaici. Dobbiamo consentire a chi ha voglia di lavorare e ritrovare la sua missione di insegnante di essere gratificato anche sullo stipendio. Creerò nuovi ruoli, nuove funzioni. Un esempio? Il coordinatore delle materie umanistiche all’interno dell’istituto avrà un premio in busta paga.
E, ovviamente, lavorerà più ore. I presidi mi hanno detto sì, sui nuovi stipendi mi muoverò subito”. Qualcuno potrebbe rendere edotta la ministra che “nuovi ruoli, nuove funzioni” si creano per legge? E che, se ci si vuole muovere all’interno delle leggi esistenti, bisogna coinvolgere i docenti (non i presidi) ed acquisire le delibere degli organi collegiali, di cui il dirigente è solo un primus inter pares? Un esempio? I coordinatori di dipartimento (come i dipartimenti stessi) esistono solo su delibera del Collegio dei Docenti, non sono “ruoli e funzioni” stabiliti dalla legge e, quando ci sono, sono già pagati (poco) con il FIS. A proposito, qualcuno vorrebbe allungare un vademecum essenziale alla ministra, facendole presente che sui “nuovi stipendi” dei docenti, su cui vuole muoversi “subito”, deve avere il sì dei sindacati e non dei presidi?
To be continued…
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