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Ministro Bianchi, ripristini i corsi Jazz nei Licei Musicali

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Gentile Ministro Dott. Patrizio Bianchi,


siamo onorati di sapere che al centro dei suoi primari interessi c’è la musica come pilastro di tutto il sistema formativo musicale.
Noi del “Coordinamento Nazionale per il ripristino dei corsi Jazz nei Licei Musicali”, riteniamo che, in linea con quanto da Lei espresso, ci sia la necessità di ampliare l’offerta formativa dei percorsi di studio musicali di ogni ordine e grado della scuola, ma in particolar modo dei Licei Musicali i quali nascono come professionalizzanti.
D’altro canto, però, siamo rammaricati che un linguaggio (quello del jazz) così altamente educativo, formativo e che basa la propria didattica su una pedagogia specificatamente tesa allo sviluppo del pensiero creativo attraverso le pratiche dell’improvvisazione, sia stato precluso in ogni sua forma a tutti gli studenti dei Licei Musicali, tra l’altro in una fascia d’età così “sensibile”.
Siamo anche profondamente delusi dell’assoluto immobilismo ed indifferenza circa la nostra inspiegabile esclusione dall’insegnamento, con l’opinabile pretesto che il linguaggio del Jazz sia una specializzazione da intraprendere solo nell’Alta Formazione Artistica”, quando quest’ultima – già per gli esami di ammissione ai corsi accademici – richiede agli studenti una preparazione in ingresso che l’attuale filiera non è in grado di garantire: i docenti diplomati nel solo strumento ad indirizzo “classico” non hanno le competenze adeguate per formare gli studenti interessati al linguaggio jazzistico; e viceversa.
Si necessita, dunque, di una riforma che ricalchi le “sezioni e curvature” del Liceo Coreutico nel quale la formazione classica e quella contemporanea vengono riconosciute come differenti e distinte con una scelta di indirizzo dal secondo biennio (terzo anno).

Questo genera l’ampliamento dell’offerta formativa e mantiene sempre in crescita le iscrizioni perché rispondenti ai differenti interessi degli studenti. Perché i Licei Musicali no? Rimanendo arroccati in un sistema formativo così limitato, fra qualche anno rischiano di implodere senza soluzione alcuna.
Il continuo rimando di questa triste pagina della formazione degli studi musicali permane senza risoluzione alcuna da oramai quattro anni, ipotecando il futuro degli studenti: sono loro, infatti, che stanno pagando il prezzo più alto. Gli stessi che, invece, dovrebbero essere messi al centro degli interessi dello Stato Italiano non solo nella continua rimodulazione delle lezioni (tra Dad, Did, e presenza), ma soprattutto nei contenuti che possano essere in linea con le loro richieste, necessità ed esigenze.
Il 27 dicembre 2020, in Legge di Bilancio, è stato approvato l’Emendamento n. 510 a firma del Deputato Leonardo Donno, il quale – al fine di consentire l’ampliamento dell’offerta formativa dei Licei Musicali – stanzierebbe un fondo specifico pari a 3 milioni di euro per il 2021 e a decorrere.
Il succitato “atto parlamentare” (al comma 511) fa anche riferimento alla pubblicazione del Decreto attuativo, “entro 90 giorni dall’entrata in vigore della presente legge”.
Consci che le tempistiche possano assoggettarsi ad una certa flessibilità – soprattutto in un periodo di emergenza sanitaria nella quale riversa tutto il mondo della Scuola (e non solo) – facciamo presente di essere molto dispiaciuti di non aver ancora avuto alcun tipo di riscontro; dispiaciuti di essere considerati, noi e gli studenti interessati alle discipline del Jazz e del Pop-rock, sempre di ordine subordinato a qualsiasi altro tipo di problematica.
Sappiamo che il “Coordinamento per il ripristino dei corsi Jazz nei Licei Musicali”, congiuntamente alla “Conferenza dei Docenti Jazz – AFAM”, ha chiesto un’audizione ai fini di un confronto con il Ministero dell’Istruzione e con la proposta di poter collaborare, ma purtroppo anche questa istanza, al momento, è ancora in attesa di riscontro, tra l’altro, mai pervenuto.
Ci teniamo a ricordare che la situazione che si è venuta a creare circa la disparità di trattamento tra i Diplomi AFAM ad indirizzo “classico” e quelli ad indirizzo “jazzistico”, non solo è al quanto incostituzionale, ma lede anche il diritto allo studio dello studente che vorrebbe garantita una formazione pubblica preaccademica in allineamento con i corsi di studio “Jazz e nuovi linguaggi” presenti nei Conservatori di Stato; formazione che al momento (nel 2021) è appannaggio di percorsi esclusivamente di matrice privatistica.
 Oltre, quindi, alle notevoli e gravi lacune formative che sono in essere, c’è da sottolineare l’interruzione dell’ “Armonizzazione dei percorsi della filiera-artistico-musicale” (Decreto 382 dell’ 11 maggio 2018).
Anche ai nostri interlocutori politici, chiediamo maggiore disponibilità di confronto ed una maggiore attenzione alla causa che ci investe, evitando di interpretare erroneamente l’emendamento succitato come l’inserimento di corsi extracurricolari: idea profondamente fallimentare, in quanto sovraccaricherebbe gli studenti (i quali già studiano altri due strumenti) di un terzo strumento (ulteriore disparità di trattamento).

Tuttavia, questa proposta potrebbe essere avviata in fase del tutto transitoria e sperimentale circoscrivendola esclusivamente all’a.s 2021/2022, a causa delle già acquisite iscrizioni nelle scuole secondarie avvenute, per l’appunto, lo scorso gennaio 2021.
Siamo circondati dal jazz: il bellissimo programma preserale del M° Stefano Bollani dimostra gli alti numeri di ascolti, e si parla spesso di quanto sia importante la formazione musicale dei giovani nelle diversità di linguaggio.
Chiediamo quindi al Ministro e a tutta la commissione Istruzione e Cultura, l’urgente creazione delle relative classi di concorso degli “strumenti jazz e nuovi linguaggi musicali” (come richiesto nell’emendamento Donno).
Purtroppo, i noti 90 giorni sono ormai scaduti da un pezzo e i musicisti di jazz continuano a rimanere in attesa.
Gentile Ministro, speranzosi in un proficuo riscontro, le porgiamo i nostri più cordiali saluti.


Coordinamento Nazionale per il ripristino dei corsi Jazz nei Licei Musicali

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