Al nuovo ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi gli insegnanti, le parti sociali, la politica chiedono una rivisitazione del sistema di reclutamento.
Il nuovo ministro conosce il mondo della formazione e tutti si auspicano che non perpetuerà le esclusioni del precedente governo che per la prima volta nella storia del diritto scolastico non ha tenuto conto della legge Berlinguer in vigore dal Duemila.
In modo sconcertante i professori con servizio nei percorsi IeFP che il ministro Bianchi ben conosce come fiore all’occhiello del sistema nazionale di istruzione e formazione e i docenti con servizio misto nelle scuole statali e nei percorsi IeFP non hanno potuto partecipare al concorso straordinario per l’accesso ai ruoli dello Stato. Esclusi perché si doveva tagliare e non includere. Un errore che tanti insegnanti pagano sulla propria pelle.
Le GPS giustamente non fanno distinzione tra servizio svolto nelle scuole pubbliche italiane, questo perché il sistema scolastico è uno solo, altrimenti perché lo Stato dovrebbe impegnare le proprie risorse? Perché i centri professionali dovrebbero garantire l’assolvimento dell’obbligo scolastico? Perché le famiglie che mandano i figli ai centri IeFP usufruiscono dell’istruzione gratuita? Perché i percorsi IeFP si svolgono anche all’interno delle scuole statali come nei centri regionali di formazione? La risposta è una sola: il sistema scolastico nazionale pubblico è unico e i docenti dei percorsi IeFP ne fanno parte a tutti gli effetti.
Nel piano di stabilizzazione di settembre, da più parti si chiede uno stop alle discriminazioni. È stata una brutta parentesi in oltre un ventennio di scuola pubblica, le aspettative sono quelle di girare pagina.
Sara Carnelos
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