Buongiorno, sono una studentessa di scienze della formazione primaria, già laureata magistrale in una precedente facoltà.
Ho appreso da poco che è al vaglio del MIUR un testo di legge per un concorso straordinario bis, con cui si permetterebbe di entrare di ruolo a chi ha appena un anno di servizio. E rimango sbigottita.
Rimango infatti stupita da quanto poco interesse ci sia nei confronti della doverosa preparazione che si dovrebbe pretendere dalle insegnanti. Essere preparati non è sicuramente una condizione sufficiente per essere dei buoni insegnanti, ma assolutamente necessaria. E con tutto il rispetto per le persone che possono essersi approcciate a questo lavoro un anno o poco più fa, avendo conseguito il diploma più di venti anni fa, non credo che lo siano. O almeno, si cimentassero in un concorso pubblico ORDINARIO per dimostrarlo. Ed è inutile parlare di scuole private, perché i criteri con cui vengono scelti gli insegnanti non sono spesso legati al merito.
Mi chiedo: chi si affiderebbe a un medico che da vent’anni o più fa un altro lavoro? A un avvocato? Nessuno. E per quale ragione a scuola dovrebbe essere diverso?
Un altro elemento che mi indigna è il COMPLETO DISINTERESSE nei confronti di chi sta studiando e investendo il suo futuro per diventare insegnante.
Io, per esempio, sto facendo tantissimi sacrifici: lavoro, studio la sera e il weekend, uso le ferie per il tirocinio. Con molto rammarico, il MINISTRO BUSSETTI non se ne sta assolutamente occupando; eppure le sue promesse non erano queste.
Sosteneva di voler far entrare nel mondo della scuola dei giovani insegnanti preparati, eppure io con due lauree vedrò la stabilizzazione molto lontana, mentre delle persone entreranno con 4 anni di diploma e un anno di servizio. PER QUESTO CHIEDO AL MINISTRO BUSSETTI: LE SEMBRA GIUSTO? NOI STUDENTI QUANTO DOVREMO ASPETTARE?
La situazione è a tal punto illogica che nella scuola dove ho svolto il tirocinio c’era una ragazza con un diploma di 5 anni assunta come personale ausiliario.
La verità è che noi giovani senza sindacati alle spalle e senza una classe politica che ci tutela siamo sempre la parte in causa a rimetterci.
Stella de Sario