Fra Bussetti e Fioramonti potrebbe esserci un tratto di continuità: entrambi sembrano ispirarsi al criterio di mantenere i migliori rapporti possibili con le organizzazioni sindacali.
Bussetti si giocò questa carta fin dalle prime settimane del suo incarico, con due o tre misure che non comportavano nessun costo ma che potevano garantire ampio consenso (chi non ricorda la standing ovation dei sindacati quando all’inizio dell’estate 2018 venne firmato l’accordo per la sospensione della procedura della chiamata diretta?)
Se si vanno a vedere le decisioni assunte da Bussetti in 15 mesi ci si accorgerà che riguardano quasi tutte operazioni “a costo zero”.
In qualche caso, anzi, Bussetti era riuscito persino ad ottenere il consenso dei sindacati con interventi che consentivano risparmi, come era avvenuto con la riduzione del numero delle ore della alternanza scuola-lavoro.
Il fatto che Fioramonti si sia già premurato di convocare i sindacati per il 17 settembre può far pensare che anch’egli voglia percorrere questa strada.
Il fatto è che, a questo punto, individuare misure a costo zero da adottare per raccogliere consenso non è facile, anzi appare piuttosto difficile.
Un ambito nel quale Fioramonti potrebbe intervenire riguarda l’Invalsi, rendendo le rilevazioni facoltative e non più obbligatorie: certamente una misura del genere risulterebbe molto gradita ai docenti e non costerebbe nulla, ma si tratta di capire se il nuovo alleato di Governo, e in particolare la viceministro Anna Ascani, sarà d’accordo.
L’altra questione è quella della Carta del docente che potrebbe essere cancellata in modo da liberare risorse per incrementare, seppure di pochi euro, gli stipendi (l’eventuale cancellazione del “bonus premiale” avrebbe effetti ancora più ridotti e probabilmente potrebbe servire solo ad incrementare il fondo di istituto).
Per il resto, a questo punto, è davvero difficile pensare ad altre operazioni che possano garantire consenso senza spesa.
D’altronde Fioramonti sembra esserne consapevole in quanto ha già detto che chiederà al Governo di stanziare somme significative quando si dovrà scrivere la legge di bilancio.
Ma, come abbiamo già osservato, per realizzare anche solo in parte le misure che il Ministro ha annunciato (tempo pieno, aumenti di stipendio, diminuzione del numero di alunni per classe) occorrerebbero diversi miliardi.
E, a quel punto, senza soldi sarà davvero difficile avere il consenso dei sindacati che, peraltro, sono già sul piede di guerra per un’altra questione che verrà discussa martedì 17, il decreto “salvaprecari”.
Su questo Fioramonti ha detto che il problema va studiato bene e che ci vuole una soluzione meditata per la quale potrebbero servire diversi mesi. Ma non è detto che i sindacati gli concedano tutto questo tempo.
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