Il Ministero dell’istruzione vuole dimostrare di essere a fianco degli studenti che in questi giorni stanno partecipando alle iniziative a difesa dell’ambiente e contro i cambiamenti climatici e così, da oggi 21 settembre, sulla facciata della sede di Viale Trastevere sarà esposto un grande striscione colorato riportante la scritta “Istruzione, no estinzione”.
Sarà lo slogan del Miur, spiega il ministro Lorenzo Fioramonti, che aggiunge: “Il segreto del futuro è tutto raccolto in queste tre parole. La lotta ai cambiamenti climatici passa dalle iniziative di tutti noi, ogni giorno, partendo dalle scuole, dalle accademie e dalle università, per contaminare positivamente le imprese e il resto della società. La chiave di tutto è la creazione di una nuova economia, fondata sulla conoscenza, unico vero volano dello sviluppo sostenibile. Per questo ci siamo uniti al ‘grido’ degli studenti di tutto il mondo, che ci chiedono di ascoltare la scienza per salvare il pianeta”.
“Il Miur – continua il Ministro – sta cambiando, nella forma e nella sostanza. Abbiamo subito avviato un dialogo costante con le rappresentanze sindacali della scuola, continuando a rafforzare il nostro impegno nel campo della ricerca e dell’alta formazione. Ci stiamo battendo per più risorse per il comparto, perché vogliamo davvero valorizzare il ruolo centrale di studenti, insegnanti e ricercatori”.
Al tempo stesso il MIUR ha aperto anche una apposita pagina web dedicata (www.ilverdeascuola.it) che servirà anche a raccogliere le proposte e i progetti delle scuole.
Per la verità i temi dello sviluppo sostenibile e della difesa dell’ambiente e del pianeta intero non sono affatto nuovi.
Basta andarsi a rileggere la premessa alle Indicazioni nazionali del 2007 (ministro Giuseppe Fioroni) per rendersene conto: “La scuola – si legge infatti nel documento – deve diffondere la consapevolezza che i grandi problemi dell’attuale condizione umana (il degrado ambientale, il caos climatico, le crisi energetiche, la distribuzione ineguale delle risorse, la salute e la malattia, l’incontro e il confronto di culture e di religioni, i dilemmi bioetici, la ricerca di una nuova qualità della vita) possono essere affrontati e risolti attraverso una stretta collaborazione non solo fra le nazioni, ma anche fra le discipline e fra le culture”.
Niente di nuovo sotto il sole, insomma: per parlare a scuola di ambiente, clima ed energia gli strumenti culturali (e normativi) ci sono già, non c’è bisogno di inventarsi nulla. Forse, più che altro, servirebbero edifici scolastici adeguati, attrezzature didattiche idonee, tempi giusti e insegnanti presenti per tutti i 200 giorni di lezione previsti dal calendario scolastico.