C’è un po’ di delusione nelle parole pronunciate da Maddalena Gissi nella giornata del 13 dicembre a Caprica (LE) in occasione del Consiglio regionale della Cisl.
“Avevamo dato grande fiducia al presidente Conte e al ministro Fioramonti” ha detto Gissi che ha aggiunto: “Il 24 aprile scorso abbiamo sottoscritto l’intesa con il premier Conte e in seconda battuta con il ministro Fioramonti a livello unitario con cinque sigle sindacali, riprendendo i contenuti di quella intesa e ribadendo la necessità di continuare su quel fronte. Da quel momento non abbiamo più visto il ministro. Il ministro manca ai nostri appuntamenti, anzi non ci convoca e questo ci dispiace perchè la mancata convocazione produce l’impossibilità di dialogo”.
Per la verità l’accusa è piuttosto pesante anche perché dalla data dell’accordo di ottobre ad oggi sono trascorsi più di due mesi e non si capisce davvero per quale motivo il Ministro non sia riuscito a trovare il tempo per incontrare i sindacati almeno per raccogliere le loro istanze sui numerosi problemi sul tappeto (dai concorsi, ai PAS, dai DSGA facenti funzione, ai docenti di religione).
“Noi – ha detto ancora la segretaria nazionale della Cisl Scuola – siamo interessati affinchè si faccia in legge di bilancio il più alto numero di interventi per limitare le difficoltà che nelle scuole si vivono. Abbiamo sicuramente individuato nelle proposte emendative tante opportunità”.
Ma quali sono i temi sui quali il sindacato della Gissi vorrebbe confrontarsi con il Ministro?
Si va dalla semplificazione burocratica all’incremento degli organici, dall’opportunità di abilitare il più alto numero di precari a livello strutturale e non solo in forma transitoria alla necessità di riconoscere rilevanza agli organici Ata, fino alla lotta all’evasione e alla dispersione scolastica.
Il fatto è che, ormai, la legge di bilancio è virtualmente “chiusa” ed è impossibile che vengano inserite in essa altre modifiche, soprattutto se onerose.
Inizialmente, nella prima versione della legge di bilancio, per la scuola si prevedeva un impegno di spesa di poco più di 40 milioni, poi il ministro Fioramonti aveva dichiarato che si sarebbe messo al lavoro per raggranellare milione su milione. Adesso, a conti fatti, sono stati aggiunti altri soldi (poche decine di milioni di euro) ma siamo lontani anni luce dai tre miliardi che secondo il Ministro sono il “minimo sindacale” per parlare di rilancio della scuola.
La delusione sindacale, quindi, è del tutto comprensibile.
Resta da capire come reagirà il Ministro che aveva dichiarato senza troppa titubanza che, in mancanza di risorse adeguate per la scuola, avrebbe rassegnato le proprie dimissioni.
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