Il percorso come Ministro dell’onorevole Lorenzo Fioramonti non sta iniziando proprio benissimo.
Ovviamente, le sue prime dichiarazioni sulla necessità di aumentare gli stipendi dei docenti sono state accolte con favore anche se per la verità tutti sanno benissimo che l’obiettivo di equiparare le retribuzioni italiane a quelle europee è del tutto irrealistico.
Un po’ di ironia ha suscitato anche l’idea di tassare le merendine per ricavare soldi da stanziare nella scuola.
Ma è sulla proposta di tassare i voli aerei che in rete si è scatenata la protesta; forse il neo-Ministro non ha tenuto conto che ad utilizzare l’aereo sono anche alcune migliaia di docenti meridionali che lavorano al nord e che vorrebbero evitare di dover pagare ancora più caro il biglietto per rientrare a casa.
Poi c’è stata la sortita sulla scuola finlandese presa come esempio da seguire soprattutto per gli orari più “snelli” e per una maggiore diffusione delle tecnologie. Anche in questo caso l’idea di perdere posti di lavoro in conseguenza di una eventuale riduzione degli orari non piace quasi a nessuno.
Potrebbero essere però le dichiarazioni fatte nella giornata di domenica Cernobbio a decretare la fine della luna di miele fra il Ministro e il mondo della scuola.
Fioramonti, stimolato forse dal fatto che si trovava di fronte ai massimi vertici della Confindustria, ha parlato di un patto fra la scuola e le imprese.
E’ molto probabile che questa affermazione non passi inosservata e non piaccia a molti insegnanti i quali, notoriamente, temono che in tale rapporto il ruolo della risulterebbe marginale se non addirittura subordinato.
Per la verità ci sono anche tanti docenti che dicono che, per dare un giudizio sul neoministro, sarebbe bene aspettare almeno i primi provvedimenti.
Nelle prossime settimane si inizierà a parlare della legge di bilancio 2020 e a quel punto si capirà qualcosa di più sulle reali intenzioni del Ministro e dell’intera compagine di Governo.
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