Probabilmente ho vissuto in un Paese diverso da quello in cui vive Andrea Gavosto e siccome si occupa pure lui della scuola in cui io, invece, lavoro sono fortemente preoccupato.
Non delle sue posizioni che conosco e non condivido.
No, più banalmente sono preoccupato di questa affermazione fatta nella diretta di ieri che aveva come tema principale quello di tracciare una sorta di identikit di chi sostituirà (unico dato positivo di una crisi assurda, inspiegabile e che avrà effetti temo mortali sulla partecipazione democratica e sul rapporto tra società civile e mondo della politica) Lucia Azzolina.
“Io ho sempre apprezzato i ministri politici, mentre i ministri che venivano dal mondo della scuola sono stati più deludenti. Quindi un giusto profilo a mio parere è quello di un ministro con capacità politica e con la voglia di imparare.”
Può darsi che io abbia capito male e che Gavosto non si riferisse a Viale Trastevere.
Ma se, invece, è a quello che si riferisce devo dire da Bianco in poi (cominciare da Gonella mi sembra improbo) come occupanti di Viale Trastevere si trovano medici, imprenditori, manager, politici tout court, avvocati, sindacalisti, docenti universitari ed una docente vincitrice del concorso a preside.
E’ a lei che si riferisce Gavosto?
Se sì,ammetterà Gavosto, che definire l’ultimo ministro come deludente è come sparare sulla Croce Rossa.
Perché certo difendere chi, nell’arco di un anno, è passato dalla “Dad come il modello di una scuola futuribile” alla” DAD è una tragedia” giusto quando Boris Johnson chiude tutte le scuole fino al 5 marzo è effettivamente difficile.
Forse il problema, però, è proprio quello e cioè che tranne rare eccezioni (penso a Tullio De Mauro) di scuola si è sempre occupato chi non aveva grande conoscenza di quel mondo.
Ricordo a Gavosto, peraltro, che i danni maggiori alla scuola, di cui ci si lamenta tanto oggi, li hanno fatti un avvocato ed un tributarista in cooperazione tra di loro.
Franco Labella