Gentile Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, sono terminati gli scrutini del primo quadrimestre e vorrei chiederLe una cosa: mettere le mani sulla legge n. 92/2019 che disciplina di educazione civica perché dopo due anni completi di ‘rodaggio’ ho visto alcune cose positive e altre negative, che nel tempo non credo possano cambiare, in quanto ‘strutturali’ all’impostazione della legge stessa, e che rischiano di snaturare l’attuale assetto didattico-organizzativo.
Parto da una constatazione: nei tabelloni degli scrutini delle scuole secondarie di secondo grado la materia in cui ho visto i voti più alti è stata proprio educazione civica. In diversi istituti dove ho insegnato non ho visto nessuna insufficienza e la media era generalmente molto alta (almeno del 7). Questo mi ha portato ad alcune riflessioni.
Potremmo applicare a tutte le materie una valutazione così alta e senza insufficienze? Il voto è così importante nella scuola? sappiamo che ci sono alcune sperimentazioni in giro per l’Italia di scuole senza voto, almeno durante l’anno, anche se poi per legge un voto finale deve essere assegnato. Quindi si può anche in Italia modificare il tipo di valutazione finale? Si possono rendere qualificanti i giudizi delle e sulle competenze?
Altra riflessione: la legge che ha introdotto l’insegnamento di educazione civica nella scuola italiana ha prodotto alcuni frutti molto positivi.
Innanzitutto ha dato una certa organicità e rilevanza ad alcuni contenuti molto importanti per la formazione ed educazione delle future generazioni, come la Costituzione, la legalità, l’ambiente, la cittadinanza attiva, che non vanno persi.
Ha messo gli insegnanti e dirigenti scolastici ad approfondire questi temi che magari erano già presentati in classe ma in maniera più discontinua, individuale e sottotraccia. Così tutto il consiglio di classe è a conoscenza degli argomenti affrontati. Inoltre li ha ‘costretti’ a lavorare maggiormente in sinergia (altro aspetto importante nelle scuole superiori, così impostate in maniera disciplinarista quasi a compartimenti stagni)
L’aspetto più negativo, secondo me, riguarda la gestione organizzativa della disciplina che viene affidata ad un coordinatore che deve chiedere ad altri colleghi di affrontare determinate tematiche, di dare una valutazione e a volte addirittura andare a ‘prestito’ delle lezioni altrui per svolgere quella unità didattica. Ho visto insegnanti senza una propria cattedra se non quella di educazione civica, per cui dovevano ‘elemosinare’ 33 ore annuali dagli altri colleghi, non avendo di proprie!
Infine constato che educazione civica è l’unica disciplina che riesce ad avere la quantità di ore stabilite per legge, in quanto non è possibile andare sotto la soglia delle 33 ore, cosa invece che tutte le altre fanno, poiché durante l’anno scolastico ci sono assemblee di classe, di istituto, scioperi, viaggi d’istruzione, formazione sicurezza, PCTO e progetti vari.
Se questa materia è valida, come è vero che lo sia, perché non darle anche la dignità di una disciplina curriculare con le sue ore e il suo docente? Magari proprio quelli della classe A046 che già lo fanno se sono presenti nell’istituto? È vero che si pone il problema di quale materia ‘penalizzare’ togliendo le ore oppure come aumentare il numero di ore per gli studenti. Inoltre si rischia in questo modo di perdere gli aspetti positivi sopra elencati, imbrigliandola ad essere una materia tra le tante, chiusa e indipendente come tutte rispetto al consiglio di classe e agli argomenti.
Michele Trabucco
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