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Minoranze linguistiche, finanziamenti per progetti nazionali e locali

“Le persone poliglotte sono elementi preziosi poiché fungono da collante tra le diverse culture”. Questa la convinzione fondante dei princìpi sui quali la Commissione delle Comunità europee lancia, attraverso la Comunicazione di Bruxelles del 18 settembre 2008, una sfida affinché l’Unione europea sia unita nella diversità.
Nell’attuale Unione europea, infatti, vi sono 27 Stati con 3 alfabeti e 23 lingue ufficiali e altre 60 lingue parlate in particolari regioni o da specifici gruppi. In questo contesto l’Italia conquista il primo posto per il numero di minoranze linguistiche presenti sul proprio territorio. Sono ben 12, infatti, le lingue di minoranza storica, insieme ad una moltitudine di dialetti ancora vivaci, che fanno dell’Italia, nel mondo occidentale, il Paese con la più elevata diversità linguistica.
In base al diritto imprescindibile e universalmente riconosciuto di usare una lingua regionale nella vita privata e pubblica, sancito nella Carta europea delle lingue regionali e minoritarie di Strasburgo del 5 novembre 1992, in Italia è stata promulgata la legge n. 482 del 15 dicembre 1999 che disciplina in forma organica la tutela delle dodici minoranze linguistiche.
Proprio quest’anno, in occasione del decennale della promulgazione della legge, la direzione generale degli ordinamenti scolastici del Miur ha valutato gli esiti dell’impatto che hanno avuto le iniziative intraprese a tutela delle lingue minoritarie affidando all’Invalsi il piano di ricerca.
Da queste valutazioni sono emersi alcuni punti sui quali il Ministero dell’istruzione intende intervenire. Uno di questi tratta l’incentivazione della cultura della scuole in “rete”. Infatti, i progetti relativi allo studio delle lingue dovranno essere presentati da una scuola capofila, entro il 10 ottobre 2009, che dovrà inviare al Miur anche l’accordo di rete cofirmato dai dirigenti scolastici di tutte le scuole partner. Ad esso va aggiunto un profilo delle istituzioni scolastiche. La costituzione delle reti formali, orizzontali o verticali tra i diversi ordini di scuola può fare riferimento ad una stessa lingua minoritaria o a lingue minoritarie diverse. I finanziamenti, una volta approvato il progetto, saranno inviati alla scuola capofila che avrà l’onere della gestione contabile-finanziaria e dovrà attribuire i finanziamenti pro-quota alle altre scuole facenti parte della rete. I progetti dovranno presentare un’articolazione biennale (2009/2010 – 2010/2011) per consentire di realizzare gli obiettivi prefissati e rendere proficui i finanziamenti
Per la formulazione dei progetti e la loro descrizione vanno usati anche la scheda formulario e la scheda anagrafica allegati alla circolare ministeriale n. 70 del 24 luglio 2009 che trasmette le indicazioni operative sul “Piano di interventi e di finanziamenti per la realizzazione di progetti nazionali e locali nel campo dello studio delle lingue e delle tradizioni culturali appartenenti ad una minoranza linguistica”.
Saranno ammessi al finanziamento soltanto i progetti ad articolazione biennale presentati dalla scuola capofila entro il termine del 10 ottobre, corredati da un accordo di rete formale con almeno altre due istituzioni scolastiche.
I progetti potranno contenere vari codici espressivi, dinamici, interattivi, flessibili, rispondenti alle necessità e alle caratteristiche di una generazione di studenti in rapida e radicale trasformazione. 
Nei laboratori sono consentiti tecnologie informatiche come Lim, libro online, podcast, reti telematiche di musica elettronica.
Alfio Patti

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