Un minore con “difficoltà di identificazione sessuale”, secondo una relazione dei servizi sociali, sarebbe stato allontanato dai genitori “entrambi decaduti dalla responsabilità genitoriale” in base ad un’ordinanza nel corso del tribunale dei minori di Venezia, nell’ambito di una complessa vicenda riportata da Il Mattino di Padova.
Il minore padovano viene descritto con un mondo affettivo “legato quasi esclusivamente a figure femminili” e con una relazione con la madre che è apparsa “connotata da aspetti di dipendenza, soprattutto riferendosi a relazioni diadiche con conseguente difficoltà di identificazione sessuale”.
La decisione del tribunale è però stata duramente contestata dal legale della madre: “Trovo scandalosa – ha detto il legale a Il Mattino di Padova – la decisione di allontanare un ragazzino solo per l’atteggiamento effeminato. Mi sembra un provvedimento di pura discriminazione”.
Il riferimento è a un passaggio del decreto in cui, in riferimento alla relazione dei servizi sociali, si parla di un “disturbo di personalità”: “nella relazione con i pari e gli adulti è aggressivo, provocatorio, maleducato, tende a fare l’eccentrico. Tende in tutti i modi ad affermare che è diverso e ostenta atteggiamenti effeminati in modo provocatorio”.
Nella relazione, dopo la descrizione del rapporto tra figlio e madre, viene indicato come esempio il fatto che sarebbe il ragazzo andato a scuola “con gli occhi truccati, lo smalto sulle unghie e brillantina sul viso”.
La decisione del tribunale fa seguito a un altro provvedimento di allontanamento del minore con l’indicazione di una presenza in una comunità diurna dalle 7 alle 19. Proprio qui, i responsabili della comunità avrebbero notato gli atteggiamenti del ragazzo che una volta segnalati ai servizi sociali avrebbero portato alla relazione al centro del decreto del tribunale dei minori.
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Il decreto è l’ultimo atto di una complessa vicenda tra genitori sulla gestione del figlio, seguita dai servizi sociali, che è iniziata nel 2010 ed è stata segnata pesantemente da una denuncia della madre contro l’ex consorte per abusi. Il decreto, depositato in cancelleria verso fine novembre dello scorso anno, ripercorre le diverse fasi.
Facendo riferimento agli esiti delle osservazioni dei servizi sociali e di un esame tecnico d’ufficio nel 2012, si ricorda che il minore “presentava problematiche relazionali profonde e segnali di disagio psichico”, anche in relazione al comportamento scolastico, mentre il suo mondo affettivo risultava legato quasi esclusivamente a figure femminili e la relazione con la madre connotata da aspetti di dipendenza, soprattutto riferendosi a relazioni diadiche con conseguente difficoltà di identificazione sessuale.
Da più parti, intanto, arrivano commenti e dichiarazioni sulla vicenda, la presidente del tribunale per i minorenni parla di un “disturbo di personalità” ma esclude che nella decisione possa aver influito i presunti atteggiamenti effeminati messi in atto dal giovane. “Il tribunale – dice – non allontana per un presunto atteggiamento effeminato. Ogni provvedimento che limita la responsabilità genitoriale è legato a una visione complessiva che riguarda l’adeguatezza o meno dei genitori a svolgere il proprio ruolo e la tutela del minore, che è il nostro interesse primario, può portare a una riduzione della loro stessa responsabilità”.
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