Rifugiati e migranti: l’inclusione scolastica possibile è il tema del convegno promosso dalla UilScuola in collaborazione con il Ministero dell’Interno svoltosi a Roma nella giornata del 23 maggio.
Numerosi gli interventi di esperti internazionali che si sono succeduti nel corso dei lavori. Secondo il segretario nazionale di Uil Scuola Pino Turi il convegno ha messo in evidenza come il nostro modello di scuola-comunità sia un vero successo in termini di accoglienza e integrazione
“E’ un’Italia che fa da apripista, che crea modelli di integrazione positivi e replicabili, e che a scuola riesce a fare vera inclusione” ha sottolineato Turi nel suo intervento conclusivo ed ha aggiunto:
“Il 26 e 27 maggio il nostro paese accoglierà, in Sicilia, a Taormina, il vertice del G7. In quell’occasione sarà presentata dall’Unicef ai capi di stato e di governo, una agenda di interventi, in sei punti, per proteggere in modo globale i bambini rifugiati e migranti. Tra questi punti ne vogliamo evidenziare tre: tenere unite le famiglie, dare loro riconoscimento di un status legale, consentire loro di studiare e dare accesso ai servizi sanitari”.
“Abbiamo una legislazione molto avanzata in termini di diritti dei minori – ha detto ancora Turi – l’Italia consente a tutti i minori, migranti e rifugiati, persino a quanti hanno genitori in clandestinità, di poter frequentare la scuola. L’istruzione è un diritto garantito dalla nostra Costituzione. Un diritto che poi diventa reale ed esigibile grazie al sistema formativo italiano che con le proprie scuole statali rappresenta un sistema non solo di accoglienza, ma di vera e propria integrazione di una scuola comunità che mette in circolo gli anticorpi della tolleranza e della solidarietà che rappresentano l’elemento costitutivo di una scuola comunità che non si limita a dare ai profughi l’opportunità di studiare, ma anche quello di svolgere un’azione di integrazione generale”.
“Il progetto che vede insieme Internazionale dell’Educazione e Uil scuola – ha concluso il segretario della Uil-Scuola – rappresenta il primo tentativo di gestire concretamente e dunque portare a sistema il tema dell’educazione dei minori non accompagnati e dei migranti”.