“Il mestiere del meteorologo, per i giovani italiani, sta diventando una vera e propria illusione. Infatti, non esistendo un corso di laurea ad hoc, si rischia di rimanere fuori dal mercato del lavoro”. Ma non solo, è un settore, quello del metereologo, con buone prospettive occupazionali e che in questi giorni, a causa delle temperature torride, è tornato alla ribalta. “Nel nostro paese il mondo accademico è molto lontano dal lavoro del meteorologo. E la domanda non riesce a incontrarsi con l’offerta di lavoro”.
“Fino a qualche anno fa non esisteva alcun tipo di scuola, successivamente sono stati istituiti i corsi universitari di ‘Fisica dell’atmosfera che preparano sì, ma solo da un punto di vista strettamente teorico. Escludendo i corsi dell’Aeronautica militare, riservati però a chi intraprende la carriera militare, non c’è nulla”.
“Quello che manca è una specializzazione in cui si studiano i modelli matematici da ‘far girare’ nei computer. Nozioni, queste, che vengono completamente ignorate da un fisico dell’atmosfera”.
“Tecnicamente”, continua Antonio Sanò, “i meteorologi si dividono in due categorie: quelli divulgativi e i modellisti. I primi sono coloro che si limitano, in televisione o sulla carta stampata, a diffondere le previsioni, leggere le mappe e i dati dei modelli che poi espone al pubblico”.
“I secondi, invece, lavorano dietro le quinte osservando le dinamiche, trasportandole in formule fisiche e inserendole nei computer. In pratica, lavorano su modelli matematici”.
“Questi ultimi lavorano nella nostra azienda e tre sono di Belgrado, città dove esiste un corso universitario ad hoc per meteorologi modellisti. Purtroppo un corso del genere in Italia non esiste e per questo sono alla ricerca di collaboratori italiani che non si limitino a leggere le previsioni ma le costruiscano con il computer”.
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