Categorie: Disabilità

Mio figlio down picchiato dai compagni. Non è vero, dicono gli amici

E’ ancora tutta da chiarire la vicenda, che ha come involontario protagonista un allievo disabile di un istituto di Loreto, finita sui giornali locali dopo la denuncia della madre che ha postato anche alcune foto su Facebook del figlio la cui schiena è piena di lividi.

La madre non accusa nessuno in particolare, ma chiede ai carabinieri di Osimo, che stanno conducendo l’indagine, di fare piena luce sull’accaduto.

Nel particolare, scrivono le agenzie, uno studente down 18 anni è tornato a casa con un livido al petto e altri alla schiena, di cui non ha saputo dare spiegazione; e allora la madre ha sporto denuncia ai carabinieri, che hanno avviato  un’indagine, partendo da una vicenda occorsa al ragazzo una settimana prima, allorché alla fermata dei bus di Osimo, dove il 18enne, che vive in un paesino poco distante, prende la corriera per Loreto, una signora ha visto il ragazzo circondato da un gruppetto di giovanissimi: uno gli teneva il viso fra le mani, gli altri ridevano o comunque a lei così è sembrato. La donna si è avvicinata per dire al gruppetto di smetterla, ma uno dei ragazzi l’ha presa a male parole. Sul banco degli imputati dunque ci sarebbero questi sette  ragazzi, che frequentano la stessa scuola di Loreto, ma che si sono presentati dal dirigente scolastico, dicendo: ”non siamo stati noi”.

 

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Anzi, afferma una nota della scuola, si dichiarano ”profondamente offesi per essere stati descritti come bulli, ed etichettati come mostri”.

Gli alunni, tutti 17enni o 18enni, alcuni di loro tutor del giovane down, si sono presentati a scuola sostenendo che stavano solo scherzando con il loro amico, ”amato da tutti e ben inserito nella comunità scolastica” sottolinea il dirigente scolastico, e quello che ha risposto male alla passante ha ammesso di averlo fatto.

A scuola c’erano anche i genitori del 18enne e a un certo punto sono arrivati anche i carabinieri di Loreto. La spiegazione del gruppetto, ”logica e plausibile” a giudizio del preside, ha convinto la dirigenza dell’istituto, che infatti non adotterà provvedimenti a carico dei 7.

”Ma – aggiunge il dirigente – vogliamo capire la causa di quei lividi, e cosa è davvero accaduto al nostro studente”.

Ora il chiarimento dell’accaduto spetta ai Carabinieri che dovranno esaminare eventuali filmati delle telecamere di sorveglianza del parcheggio, e acquisire  ogni altra testimonianza utile. Intanto, all’ora dell’intervallo, gli studenti dell’ istituto hanno dato vita ad una catena umana contro il bullismo, e di questo argomento si parlerà in tre assemblee di istituto. ”Siamo impegnati da sempre nella lotta al bullismo, e in questi giorni stiamo male tutti” ammette il preside. ”Vogliamo andare fino in fondo e ottenere chiarezza”.

Pasquale Almirante

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