Se per indicare l’avversione nei confronti delle persone di sesso maschile c’è il termine misoginia con misantropico e misantropo, per indicare l’avversione delle donne verso le persone di sesso maschile ecco il termine misandria
Lo dice l’Accademia della Crusca secondo cui è voce dotta, usata soprattutto nell’ambito della psicologia, risalente alla seconda metà del secolo scorso.
Non sono attestati però l’aggettivo e il sostantivo per indicare ‘relativo alla misandria, caratterizzato da misandria’ e ‘che, chi prova repulsione o una profonda avversione nei confronti delle persone di sesso maschile’, corrispondenti amisògino, che riveste entrambe le funzioni grammaticali, e a misantropico e misantropo.
A parte usi sporadici precedenti, le forme misantropo e misogino, indicanti l’individuo che ha un atteggiamento di avversione nei confronti dei suoi simili o delle donne in particolare, precedono nell’uso il sostantivo astratto.
Nel caso di misandria, molto più tardo rispetto a misoginia e misantropia, il rapporto parrebbe rovesciato.
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Ciò si verifica, scrive La Crusca, anche in altre lingue: in inglese misandrist è successivo di quasi un secolo a misandry, la cui prima testimonianza è del 1885. In spagnolo la prima attestazione di misandria sul relativo corpus di Google libros risale al 1957. Diversamente in francese misandre risalirebbe al 1970 e misandrie al 1974; sembrerebbe quindi trattarsi di forme tarde e pressoché contemporanee tra di loro.
Il XX secolo vede poche attestazioni per misandra concentrate soprattutto nell’ambito degli studi classici, benché la prima testimonianza sembri usata in riferimento alle donne contemporanee: “Quando vogliono al massimo grado magnificare una donna veramente superiore, anche codeste misandre la chiamano una donna… virile!”
Troviamo l’aggettivo in testi di interesse letterario, ma anche in opere sul rapporto conflittuale tra uomini e donne, di cui citiamo qualche titolo a mo’ di esempio: Maschio addio (2010), di Pasquale Romeo; Amori distruttivi e vampirizzanti. Come difendersi e come uscirne (2012), di Pier Pietro Brunelli; Viaggio verso Utopia: “L’impatto con il femminismo e il naufragio nella misandria” (2013), di Fabrizio Napoleoni; Il re di picche e la regina di cuori (2014), di Angelica Cremascoli; I pensieri di un giovane maschilista (2015), di Jan Quarius.
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