Secondo Schleicher sono due le ragioni principali che renderebbero il sistema italiano particolarmente inefficiente: “Il primo è la scarsa rilevanza dei titoli di studio”, vale a dire che le prospettive di impiego non migliorano in misura proporzionale ai titoli di studio.
C’è poi il secondo fattore. Quello secondo cui l’Italia investirebbe in modo sbagliato nel settore scolastico: gli insegnanti non sono pochi, ma sono “poco qualificati. Docenti meglio formati sono più importanti di classi piccole“, sostiene Schleicher.
La Sueedetusche Zeitung ha pubblica, contestualmente all’intervista, anche un Atlante europeo dell’istruzione. Con tanto di carte, grafici e statistiche sull’istruzione offerta in tutti i paesi europei. Tra questi supplementi, c’è un dato che è stato messo bene in evidenza (di sicuro non sfuggito allo studioso Schleicher): solo 14,9% della popolazione scolastica italiana sarebbe in media promossa per conoscenze, competenze e capacità acquisite sui banchi di scuola. Il livello peggiore d’Europa, Turchia a parte (12, 8%). E questa non è un’opinione. Purtroppo.