Le linee guida nazionali sul rientro scuola parlano chiaro: la temperatura degli studenti va misurata a casa. In Campania si farà a scuola. Il Piemonte, come abbiamo visto, ha corretto il tiro. Invece la Lombardia ha pubblicato un’ordinanza in cui si “raccomanda fortemente la rilevazione della temperatura nei confronti dei genitori/adulti accompagnatori e dei bambini, all’ingresso della sede dei servizi educativi e delle scuole dell’infanzia. In caso di temperatura superiore ai 37.5°C per il minore o per il genitore/accompagnatore non sarà consentito l’accesso alla sede“.
Sul tema misurazione della temperatura a scuola o a casa si è creato un vero dibattito, con gli scienziati spaccati su questo argomento specifico.
Dopo aver spiegato i motivi degli scienziati favorevoli alla misurazione delle temperatura scuola, riportiamo quelli degli esperti che invece spingono per la misurazione a casa.
Ad esempio, Luca Richeldi, direttore dell’Uoc di Pneumologia del Policlinico Gemelli Irccs di Roma e membro del Comitato tecnico scientifico (Cts) per l’emergenza coronavirus, è uno degli esperti che ritiene più efficace la misurazione della temperatura a casa. E spiega che ci sono tre buone ragioni: “per prima cosa, di base – sottolinea l’esperto all’AdnKronos Salute – questo si dovrebbe fare sempre, così da poter intercettare un eventuale malessere. E in questo periodo è opportuno fare ancora più attenzione“.
In secondo luogo, l’esperto spiega che “il rilevamento della temperatura a casa fa sì che il bambino febbricitante non entri in contatto contro nessun altro, compagni, insegnanti, altri adulti, evitando anche il rischio di assembramenti al momento della misurazione con i termoscanner“.
La terza ragione per cui, secondo Richeldi bisogna misurare la febbre a casa e non a scuola è legata alle risorse: “Dotare di termoscanner tutte le scuole per controllare uno per uno gli alunni comporta una spesa significativa, che è evitabile proprio attraverso il controllo a casa.”
“La febbre a bambini e adolescenti va misurata sempre a casa, mentre farlo a scuola è un di più“. Ne è convinto il virologo dell’Università degli Studi di Milano Fabrizio Pregliasco che, sentito dall’Adnkronos Salute, interviene sul tema. “Farlo solo a scuola comporta una serie di problemi e tra l’altro non consentirebbe di individuare i bimbi ‘infarciti’ di paracetamolo dalle mamme. Mentre un controllo a casa permette di evitare l’arrivo di alunni febbricitanti negli istituti scolastici“, conclude il virologo.
Ricordiamo che l’indicazione della misurazione della temperatura a casa arriva direttamente dal Comitato Tecnico Scientifico. Secondo gli esperti, la misurazione della febbre a casa prima di arrivare a scuola è la giusta soluzione per evitare inutili assembramenti all’ingresso degli istituti.
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